Il fatto è accaduto lunedì 3 gennaio nella discesa del Col de la Turbie ma Davide Formolo ne ha parlato solo nelle ultime ore, confessando che i timori per una possibile frattura non sono ancora passati.
«La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo: stavo scendendo veloce, andavo verso destra e un cucciolo di cinghiale ha attraversato la strada correndo. Non ho potuto farci niente, ha sbattuto con la testa sulla mia ruota anteriore. Sono caduto. Stavo scendendo a 60 km/h e mi sono trovato per terra. Stiamo ancora lavorando molto sul polso destro, abbiamo ancora paura che ci sia qualche frattura. Sembra che non ci sia niente di rotto, ma nelle mani ci sono molti ossicini e servono dieci giorni per evidenziarne eventuali fratture. In questi giorni ho pedalato con la bici da crono e senza mai alzarmi sui pedali per non forzare sull'arto lesionato» racconta il veronese della UAE Emirate, che da tempo vive a Montecarlo.
«In questa stagione per me ci sarà tanta Italia e ne sono contento: dopo l'esordio in Spagna, correrò a Laigueglia, le Strade Bianche, la Tirreno in appoggio a Tadej Pogacar e la Sanremo. Poi andrò in Spagna per far bene ai Paesi Baschi e da lì in ritiro a Sierra Nevada con Joao Almeida per preparare il Giro d'Italia. A seguire Giro di Svizzera, campionato italiano (Davide è stato tricolore nel 2019) e Giro di Polonia. Il finale di stagione è ancora da programmare ma di sicuro sarò al via di tutte le classiche italiane fino al Lombardia e alla Veneto Classic. E chissà che questa volta non riesca finalmente a vesture la maglia azzurra in un grande appuntamento...».
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