Caro Beppe Martinelli, le scrivo in seguito alle sue risposte alle tre domande della Gazzetta del 17 novembre. In apparenza il numero 17 ed il titolo di quella pagina non ci hanno aiutato. In realtà potrebbero diventare lo spunto per una riflessione e un cambiamento. E chi può essere più autorevole di lei per promuovere un cambiamento nel mondo del Ciclismo?
Le scrivo a nome dei Bike Hotels dell’Emilia-Romagna (Consorzio Terrabici), e, presuntuosamente, di tutti gli Hotel italiani. Lei conosce benissimo l’Italia. Il giornalista le ricordava che lei portava Marco Pantani a Terracina e che ha fatto in passato ritiri in Sicilia e Sardegna. Se proprio dobbiamo scomodare Marco io aggiungo che sono divenuti “leggenda” anche i ritiri che Lei organizzava per la storica Mercatone Uno all’Hotel Savioli Spiaggia di Riccione nel mese di gennaio. Le mie fonti mi dicono che successivamente portò anche la Saeco. Non le nascondo che i Bike Hotels a Riccione prima, e in Italia poi, sono nati da quell’incredibile Bike Big Bang.
Da allora il mercato ciclo-turistico ha premiato la costa romagnola con numeri sempre crescenti, fino al drammatico stop della pandemia, che sicuramente non ha fatto distinzioni tra Spagna ed Italia.
Perché allora la costa orientale della Spagna dovrebbe essere la sola opzione dei ritiri delle squadre World Tour? Lei stesso al giornalista dice che il clima non è il principale fattore. Io aggiungo che la costa orientale italiana è ugualmente protetta dalle perturbazioni atlantiche che imperversano in novembre e dicembre. Forse in gennaio e febbraio quando soffiano i venti da Est il clima può fare maggiormente la differenza. Ma il 23 novembre 2021 Altea ha una temperatura massima di 15 gradi a fronte dei 12 gradi di Riccione. Glielo possono confermare anche le centinaia di amatori quotidianamente in sella.
Carissimo Giuseppe io credo che lei debba tornare a trovarci. Perché anche qui, e forse anche di più, il ciclista è diventato un tassello fondamentale della Bike Economy, come dimostrano del resto le tante corse organizzate.
Sugli Appennini le zone senza traffico care ai nostri cicloturisti sono perfette anche per i professionisti, e se i manti stradali possono essere un po’ peggiori di quelli spagnoli (e ci stiamo lavorando), la competitività degli hotel della Riviera non può essere messa in discussione.
Giuseppe, la aspettiamo.
Mariagrazia Nicoletti
Vice-Presidente Consorzio TerrabiciFoto di Secondo Casadei