La maglia rossa di leader della Vuelta cambia padrone e adesso è sulle spalle di Kenny Elissonde della Trek-Segafredo. Il francese questa mattina era al secondo posto della classifica generale, alle spalle di Rein Taaramäe, ma non avrebbe mai voluto diventare primo a causa di una caduta del suo avversario.
«Non è un piacevole per me diventare leader in questo modo». Queste sono le prime parole dette da Kenny Elissonde dopo il traguardo, poichè Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert) è rimasto coinvolto nella caduta di gruppo a 11 chilometri dal traguardo e non è più riuscito a rientrare in gruppo.
«Certamente indossare questa maglia è fantastico, ma avrei preferito conquistarla in un altro modo. Ero nei primi posti quando è successo l'incidente, quindi non ho visto cosa stava accadendo dietro. Non pensavo alla classifica generale, perché ero preoccupato per il nostro leader Giulio Ciccone, perché non sapevo dove fosse, poi ho visto che era nel nostro gruppo».
Il ciclismo negli ultimi tempi è stato teatro di tante cadute. Anche al Tour de France abbiamo visto tanti corridori finire a terra e per questo abbandonare la corsa. «Come ho detto non era questo il modo in cui volevo prendere la maglia rossa, ma sappiamo che nel ciclismo, quando c'è vento, ci sono dei rischi, così come il rischio di perdere tempo a causa dei tifosi. Non mi piace essere primo per la caduta di un avversario, ma alla fine non potevo fare altro».
Elissonde è un ottimo corridore, sempre disponibile a sacrificarsi per gli obiettivi di squadra. In carriera ha già conquistato una tappa nella corsa spagnola, ma questa è la prima volta che si trova a vestire una maglia di leader. «È vero che ho trascorso gran parte della mia carriera lavorando come gregario, quindi per me indossare adesso questa maglia è incredibile. Ho fatto il Tour de France e le Olimpiadi e la squadra mi ha chiesto di fare anche La Vuelta e la bellezza del ciclismo è anche questo: io adesso sono il leader di un grande giro».
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