Le prime indicazioni sul tracciato olimpico, oltre a quelle del ct Cassani, arrivano dalla nazionale belga che sulla carta è la squadra favorita, sia per la prova su strada che per la gara a cronometro. Domenica sera, subito dopo il Tour de France, sono partiti per Tokyo Wout van Aert, che vuole vincere la medaglia più preziosa in entrambe le prove, con Greg Van Avermaet, oro ai Giochi di Rio nel 2016 e Tiesj Benoot. I tre corridori hanno raggiunto Remco Evenepoel e Mauri Vansevenant che erano già arrivati in Giappone.
Questa mattina Van Aert, Van Avermaet e Benoot hanno fatto il loro primo allenamento sulle strade del Giappone, percorrendo 70 km con 800 metri di dislivello. Non è facile adattarsi al clima giapponese, perché la temperatura è di 32° con una percentuale di umidità che arriva quasi al 70%. Le prime indicazioni sul percorso delle Olimpiadi sono arrivate invece da Remco Evenepoel che, come Van Aert, sarà impegnato sia nella prova su strada che a cronometro. Il giovane belga, con il tecnico della nazionale Sven Vanthourenhout, è arrivato a Tokyo lo scorso 10 luglio, un vantaggio notevole rispetto agli altri corridori e nel weekend lui e Vansevenant hanno fatto una ricognizione del percorso. Vanthourenhout ha fatto un’analisi molto dettagliata del tracciato, spiegando che, ad eccezione della zona che passa nei pressi di un lago, il percorso è caratterizzato da continui sali-scendi, senza spazi pianeggianti.
Il Mikuni Pass secondo il belga sarà il punto decisivo della corsa e verrà affrontato a 35 chilometri dal traguardo. Secondo il tecnico, buona parte del percorso non sarà un grosso problema per i corridori del WorldTour, soprattutto per quelli che hanno appena terminato il Tour, questo perché hanno affrontato tappe simili alla gara olimpica diverse volte nell’ultima settimana. Secondo Vanthourenhout la salita di sei chilometri, con una pendenza media del dieci percento e passaggi dal 15 al 16 percento, favorirà i corridori leggeri, che su questa parte del percorso avranno la possibilità di scattare agevolmente. Questa salita, se non sarà affrontata nel giusto modo, potrebbe anche essere il tallone d’achille per un corridore come Wout Van Aert, che abbiamo visto dominare la salita del Mont Ventoux, ma che a Tokyo è arrivato anche con la stanchezza di 21 giorni di corsa sfrenata.
«Molto dipenderà dalla situazione che si verrà a creare in corsa – ha sottolineato il tecnico belga -. La strategia migliore sarà di giocare d’anticipo. Se questo non dovesse accadere, la corsa sarà aperta a tanti favoriti e a quel punto il numero uno potrebbe essere Pogacar». Vanthourenhout è ottimista e con Remco hanno guardato tutto quello che era utile per affrontare la gara che ci sarà il prossimo 24 luglio. Per l’allenatore belga, Van Aert è in gran forma, ma le cifre del Mikuni Pass non mentono e sarà una prova dura anche per il fiammingo che in questo Tour de France ha stupito tutti, vincendo in montagna, a cronometro e nella volata finale sugli Champs-Elysees.
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