97, intesi come anni, sono quelli che festeggia Cesare “Cesarino” Sangalli questo 29 settembre 2020. Sì, è proprio come il celebre e fascinoso brano musicale di Lucio Battisti e Mogol, portato al successo dall’interpretazione dell’Equipe 84 alla fine degli anni 1960, un “sempreverde”, proprio come l’amico Cesarino.
La sua sigla, “C. San”, ha firmato, per oltre cinquant’anni, tutta la varia cartografia delle corse rosa, dal Giro d’Italia alle altre grandi classiche ciclistiche del quotidiano milanese e non solo, lavori tutti rigorosamente realizzati con pennino, continuamente ripulito con un panno bianco, inchiostro a china e i calcoli matematici di vario genere realizzati con l’ausilio del regolo. Sono strumenti oramai in disuso da vario tempo e sostituiti dai mezzi informatici moderni con gli specifici lavori in tema ora distinti dalla sigla SDS (Stefano Di Santo), ingegnere friulano che ne ha rilevato il testimone, accomunato con C. San, oltre che dalla specifica competenza, dal medesimo carattere schivo.
Sangalli, perito edile per formazione, in gioventù, quasi a dispetto della sua innata mitezza, ha praticato il talvolta rude rugby e ha frequentato l’Accademia di Brera per affinare la sua propensione al disegno e anche alla pittura.
E’ stato però il ciclismo, in varie espressioni, anche quello amatoriale, dove è stato a lungo apprezzato dirigente e assiduo collaboratore anche in funzioni giornalistiche, a restringere sempre più il tempo disponibile per l’attività professionale autonoma quale perito edile.
E’ stato il sovente nascosto, ma sempre oltremodo prezioso, assolutamente paziente e fedele, realizzatore grafico e consigliere dei “patron” che si sono succeduti alla guida dell’ammiraglia rosa.
Richiamandoci a un paragone ciclistico è definibile come “corridore di fondo e resistenza”, specialista di corse a tappe più che di classiche in linea.
“In punta di pennino” è il libro scritto da Pino Lazzaro, sensibile autore per Ediciclo, e compagno di viaggio del “Geo”, altra definizione di Cesare Sangalli, abbreviativo di geometra, suo compagno di viaggio in vari Giri d’Italia.
Cesare Sangalli, dalla gioventù, è un sempre più quotato collezionista internazionale di etichette di bottiglie d’acqua minerale con diverse migliaia d’esemplari, ordinatamente catalogati, secondo suo abituale costume e di etichette di vini bianchi da messa. Da qualche anno si limita a sfogliare gli album che raccolgono le amate etichette, ma non ne incrementa più il numero con scambi con altri collezionisti, amanti del genere – e ve ne sono – in vari continenti. E giusto per non farsi mancare niente in argomento, corposa è la pure la sua collezione di francobolli.
Nonostante qualche “pit stop” con ricoveri ospedalieri brillantemente superati, è in buona forma, con lucida memoria, e lamenta – in toni comunque sempre sereni – la mobilità che non è più quella di una volta. Segue sempre il ciclismo alla tv, dopo tanta strada prima disegnata e misurata, poi percorsa in anticipo quale ispettore di percorso – e non solo – durante la corsa.
La moglie Anna e la figlia Daniela lo coprono di ogni attenzione ma, al medesimo tempo, lo stimolano a muoversi, seppure nell’ambito domestico, così come il suo secondogenito Giovanni, con famiglia propria, spesso presente nella casa paterna.
Nel giorno del suo 97° compleanno è tranquilla festa in casa Sangalli, nella zona del Parco Lambro-Via Rizzoli di Milano, a poche centinaia di metri di distanza dalla sede di RCS Sport con questo Giro d’Italia fuori stagione che, nella tappa conclusiva, transiterà con la cronometro vicinissimo alla sua abitazione.
I molti amici di Cesarino e vari appassionati di ciclismo che l’hanno conosciuto sulle strade d’Italia non mancheranno certamente di pensarlo e augurargli un compleanno, in tripla cifra fra tre anni, per iniziare una nuova serie dopo i cento.
Per un fondista resistente come lui non è un traguardo precluso.
Comunque tanti auguri per questi primi 97 (novantasette), caro Cesarino.