«Giustizia per Giovanni e sicurezza per tutti» questo il messaggio che Carlo Iannelli, padre di Giovanni Iannelli, il ciclista morto in un incidente di gara lo scorso anno, il 5 ottobre, a Molino dei Torti, su un circuito completamente pianeggiante percorso a 50 di media. L'intervento è stata fatto durante la diretta Instagram con Mario Cipollini.
«Sono deluso per l'atteggiamento tenuto dalla Federazione, e a tempo debito mostrerò alcuni documenti per spiegare molto cose. Sono solo un avvocato civilista ma mi impegnerò fino in fondo per ottenere giustizia».
«Mio figlio è caduto a 144 metri dall'arrivo. In questa foto che vi mostro, di Giovanni che gareggiava da giovanissimo, ci sono dei materassi riciclati. Ecco, bastavano dei materassi riciclati per salvare mio figlio. L'arrivo aveva una S finale e nell'andare a sinistra e caduto su uno spigolo vivo. Mi direte che è stata una fatalità. No, è stata una tragedia annunicata. In quel tratto c'erano dissuasori di parcheggio, altri piloni e soli 40 metri di transenne. Il regolamento tecnico prevede almeno 100 metri di transenne. Al momento la nostra tragedia è stata vana, perchè il regolamento tecnico non è stato uniformato (Gara Regionale 100 metri di transenne, nazionale 200, internazionale 300). E' stata persa un'occasione».
Tornando alla corsa: «Il presidente del collegio di giuria ha steso un rapporto in cui diceva che non vi era nulla da segnalare e la gara è stata omologata senza provvedimenti, nonostante ci fossero 3 procure che stavano indagando».
«Sono state accertate 2 irregolarità gravi, come la transennatura insufficiente e il fatto che il rettilineo non era adeguato. Pensavo che il mondo di ciclismo si rivoltasse e invece nulla e come detto la FCI non è rimasta neutrale».
Durante la diretta papà Carlo ha aggiunto: «Mi sento di ringraziare 3 persone delle poche rimaste vicine. In primis Vincenzo Nibali che si è esposto dicendo una frase coraggiosa "Mettetele queste minchia di transenne". In secondo luogo Silvio Martinello e poi Gianni Bugno».
Si è parlato molto di sicurezza alle corse, delle recenti cadute di Remco Evenepoel e di Jakobsen «Un miracolo che non sia successo nulla di ben più grave».
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