Non aveva mai visto un velodromo, non sapeva cosa fosse correre in pista. Eppure Michael Vanni ha capito che sarebbe stata quella la sua passione. «La mia prima volta è stata sulla pista coperta di Montichiari, durante una seduta di allenamenti: la situazione più sfortunata possibile, cadere. Da qual momento la decisione di non mettere più piede in un velodromo, ma poi, grazie anche ai consigli del nonno Severino, e la voglia di ritentare hanno fatto il resto. Oggi sono qui, con la pista nel cuore e la consapevolezza di poter fare sempre meglio».
E’ talmente bella la storia di Vanni, che l’anno scorso ha dato spettacolo ai tricolori di San Francesco al Campo (Torino) dove si è laureato Campione Italiano dell’Omnium e dell’Inseguimento a Squadre, quest'ultimo titolo conquistato con la collaborazione di Lino Colosio, Alessandro Sala, Manuel Tebaldi e Diego Ressi. A Dalmine vince anche il titolo lombardo nell’Inseguimento a squadre, secondo nella Madison e nell’Omnium. E sempre a Dalmine fa sua la “Tre Sere” in coppia con Sebastiano Minoia.
La luce di Michael brilla pure su strada, grazie alla affermazione sul traguardo di Ghedi, al secondo posto nella Piccola Tre Valli Varesine in cui è protagonista di una fuga di 30 km prima che il siciliano Alfio Andrea Bruno si involasse verso il successo. Chiude la sua ultima stagione con gli allievi piazzandosi in quinta posizione nel tricolore a cronometro a squadre di Treviglio.
«Il secondo posto nella Tre Valli Varesine brucia ancora oggi. Mi ero preparato bene per quella corsa, volevo vincerla. Ho disegnato una gara all’attacco, una lunga fuga, non potevo fallire. Poi, Bruno ha rovinato la festa, ma avuto il merito di uscire al momento giusto e non ha rubato nulla».
Bresciano di Poncarale, 17 anni compiuti a febbraio, Vanni è cugino alla lontana di Cristian Scaroni, passato professionista quest’anno nella Gazprom RusVelo. Nel comune della provincia di Brescia, posto ai piedi del Monte Netto, il giovane Michael vive con la madre Loretta Zicchetti che ha avuto un passato da ciclista fra le elite e ora lavora nel municipio di Bagnolo Mella. E in bici hanno gareggiato anche il nonno Severino e lo zio Fabio, mentre la sorella maggiore di Michael, Elisa, è la figlia di Marco Bardelloni, fratello dell’ex professionista Giambattista Bardelloni, attuale direttore sportivo della squadra juniores della Aspiratori Otelli di Sarezzo. Un bel quadretto di famiglia anzi, di ciclisti in cui ovviamente Michael ne ha ereditato la passione. Oltre alla bici, il bresciano è un pasticciere provetto con attestato del corso Professionale presso il CFP Canossa di Bagnolo Mella. Vanni debutta tra gli juniores con il Team Lvf, diretto dagli ex prof Paolo Valoti e Marco Della Vedova.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Siamo sulla buona strada. Per quanto mi riguarda darei più spazio al ciclismo femminile, se lo merita».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 7 anni per la società di Capriano. La prima bici era bianca, gialla e blu con la scritta del team».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Campioni ce ne sono stati, ma il più grande è stato Eddy Merckx».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Nessun altro al di fuori del ciclismo».
I tuoi peggiori difetti?
«Mi arrabbaio facilmente, sono ansioso e testardo».
Il tuo modello di corridore?
«Senza dubbi, Mathieu Van Der Poel».
Cosa leggi preferibilmente?
«Non mi ritengo un lettore».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Va bene com'è».
Piatto preferito?
«Pasta in bianco».
Attrice o attore preferito?
«Dwayne Jhonson di The Rock».
Chi è il tuo collega più simpatico?
«Sono molto in sintonia con Samuel Quaranta».
Sei religioso?
«Non molto».
Paese preferito?
«La Polonia, sono rimasto impressionato dal tenore di vita, dall'educazione per l'ambiente, e il rispetto che questo paese ha verso i ciclisti».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Ammirazione per quello che sto costruendo per il mio futuro di atleta».
Hobby?
«Play Station».
La gara che vorresti vincere?
«Giro delle Fiandre».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Con nessuno».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Se si correrà, partire e finire forte».
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