Come sempre, la presentazione di un grande giro crea grande aspettativa e le reazioni dei corridori e dei protagonisti sono sempre molto misurate, perché bisogna studiare il percorso nei dettagli, analizzare, valutare e capire. A caldo, comunque, si possono raccogliere sensazioni interessanti ed è quello che abbiamo fatto per voi a Parigi.
Cominciamo, noblesse oblige, da Egan Bernal: «Penso che sarà un Tour diverso, uno che piacerà molto alla gente, poiché penso che ci saranno molti attacchi nelle salite finali. La crono finale mi si addice e la corsa in generale si adatta molto al Team Ineos. prima di decidere i programmi, però, voglio vedere anche il percorso del Giro d’Italia».
Una posizione confermata anche dal team manager Dave Brailsford: «Studieremo il percorso del Tour, aspettiamo quello del Giro e poi anche quello della Vuelta: vedremo tutto e faremo una analisi approfondita. A quel punto decideremo i nostri piani e chi farà cosa durante la stagione. È una parte divertente del lavoro, è come un puzzle. Ma entro la metà di fine novembre avremo il nostro piano».
Dylan Groenewegen parla a nome degli sprinter: «Prevedo che ci siano dalle quattro alle cinque reali opportunità per i velocisti. Personalmente io voglio essere il miglior velocista al mondo ogni anno e vincere tappe al Tour contribuisce a questo progetto…».
Vincent Lavenu, manager della AG2R La Mondiale non ha dubbi: «È un percorso magnifico con grandi dislivelli, tappe corte, dinamiche, esplosive. È un menù decisamente affascinante e regalerà un grande spettacolo. Per affrontare questo Tour servirà una squadra di forti scalatori, non c’è dubbio».
Romain Bardet, che è il capitano della AG2R e andrà in cerca di riscatto: «Il percorso segue la dinamica di quello dello scorso anno, la strada tracciata dagli organizzatori è chiara. Il 2020 sarà un grande anno per me, ne sono sicuro, anche se al momento non ho ancora deciso nulla del mio calendario».
Julian Alaphilippe è entusiasta: «È un percorso bellissimo. Naturalmente serve tempo per studiare ogni singola tappa. Nutro delle ambizioni per il prossimo Tour ma non sono ancora definite: è un po’ presto…».
Chris Froome non ha dubbi: «Credo che l’unica crono a La Planche des Belles Filles avrà un grande peso sulla classifica finale. E vi dico che è il percorso più duro che ho visto in questi anni».
Un altro corridore soddisfatto è Thibaut Pinot: «È un percorso che mi piace e che si addice alle mie caratteristiche. Ci sono molti arrivi in salita ma anche tappe interessanti nei massicci intermedi. E la crono finale, praticamente a casa mia mi esalta già adesso. Non vedo l’ora di studiarmi la corsa in ogni dettaglio».
In chiusura Warren Barguil, che il prossimo anno nella Arkea avrà come capitano Nairo Quintana: «È un percorso che mi piace, per affrontare il quale bisognerà arrivare in forma sin dal primo giorno e rimanerci fino alla fine. La prima settimana, infatti, è già “muscolare”… È un percorso che non può che ispirare uno scalatore come me…».
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