
"E' difficile che la crono di domenica modifichi una situazione preesistente, piuttosto qualcosa potrebbe accadere nella tappa di domani...". Francesco Moser parla del futuro prossimo, analizzando il rush finale del 102/o Giro d'Italia di ciclismo, che nel 1984 vinse nell'Arena di Verona, location finale dell'edizione di quest'anno.
"Si, vero, la stanchezza nella crono influisce ma, in 17 km, quanto puoi perdere?". A sentire il suo preparatore Paolo Slongo, se Vincenzo Nibali si presenterà con 50" di ritardo da Carapaz prima dell'ultima crono, a Verona indosserà la maglia rosa e vincerà.
"Per me 50" sono tanti, non penso che l'ecuadoriano perda così tanto domenica, quindi Nibali dovrà presentarsi alla sfida contro il tempo con un vantaggio più ampio. Sempre ammesso che ci riesca".
L'ex recordman dell'ora non è ottimista sulle chance di successo dello 'Squalo'. "E' difficile che battano Carapaz - spiega Moser, oggi testimonial della maglia azzurra Mediolanum, che al Giro è' stata indossata da Giulio Ciccone, miglior scalatore -. Nibali ci ha provato ma, se l'ecuadoriano gli sta dietro e rilancia, non c'è niente da fare. L'altro giorno, anziché perderli, quei 7" Nibali avrebbe dovuto guadagnarli. Cosa farei se fossi in lui domani? La corsa dura: punterei a partire fra la pianura e la salita. Landa ago della bilancia? La Movistar ha interesse a vincere e Carapaz ha il 60 per cento di possibilità di poterci riuscire".
Moser, infine, rivive la sua impresa al Giro 1984, quando ribaltò il francese Laurent Fignon, indossando la maglia rosa più ambita: quella finale. "Quella volta il percorso era diverso - ricorda il trentino -: io avevo già vinto le due crono precedenti, dando a Fignon più di 3" a km. C'era lo spazio per batterlo. Poi, dipendeva dal rendimento. Quella volta andò anche meglio di quanto avessimo previsto".
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