Caleb Ewan ha vinto a Novi Ligure e saluta il Giro, Elia Viviani ha incassato l'ennesima sconfitta e lui pure dice "arrivederci" alla corsa rosa. Sono gli effetti inevitabili del cambio di orizzonte che attende il Giro 102 dell'inizio della tanto attesa sequela di salite. La frazione di ieri ha premiato come detto il velocista australiano, perfetto nella scelta del tempo sul traguardo di Novi Ligure sferzato dal vento. Un giorno in più in rosa per Valerio Conti e passaggio di consegne per la maglia ciclamino, passata da Ackermann ad Arnaud Demare, ieri secondo.
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Arrivano le montagne in questa 12a tappa che riprende la titolazione di una tappa storica, vero e proprio “cult” del Giro d’Italia e di tutto il ciclismo d’ogni tempo. Era il 10 giugno 1949 quando Fausto Coppi fornì prova della sua classe unica giungendo primo e solo a Pinerolo, dopo km. 254 di gara con Gino Bartali 2^ a 11’52” e Alfredo Martini 3^ a 20’40” vincendo così il suo terzo Giro d’Italia conquistando poi, nel medesimo anno, anche la maglia gialla al Tour, primo della storia a riuscire nella doppia impresa.
Era partito sulla Maddalena e, in testa, solo, affrontò 192 chilometri, in condizioni meteorologiche a dir poco disagevoli e fondo stradale con molto sterrato, superando Maddalena, Vars, Izoard, Monginevro e Sestriere.
Le ripetizioni della tappa del 1949 proposte finora non hanno mai comunque suscitato emozioni, neppure lontanamente paragonabili, a quelle dell’originale.
La Cuneo-Pinerolo del Giro 2019, tutta tracciata in territorio italiano, non vuole riferirsi a quella di settant’anni fa se non per ricordare l’impresa di un immenso Fausto Coppi fra i vari motivi collegati alla ricorrenza dei cento anni dalla sua nascita.
Cuneo, che deve il nome sul rilievo a cuneo triangolare dove è disposta su un altopiano alla confluenza di due fiumi, il Gesso e la Stura di Demonte, nella maestosa cornice delle Alpi Marittime e Cozie che la incorniciano, all’incontro di varie valli che da là discendono. Il nucleo centrale costitutivo rimanda a un aspetto tipicamente piemontese, con porticati di varie epoche e vie a scacchiera. L’estesissima e scenografica Piazza Galimberti, in stile neoclassico, realizzata ai primi anni del 1800, punto centrale della città, è stata dedicata dopo la seconda guerra mondiale all’esponente e martire della Resistenza Tancredi “Duccio” Galimberti (1906-1944). Lo sviluppo urbano più recente propone lunghi viali alberati realizzati lungo la linea d’antiche fortificazioni. Cuneo è il capoluogo de “la Granda”, così è indicata la sua provincia per la vastità del territorio fra fertili pianure e caratteristiche valli, con ricchezza di prodotti e attività in molteplici settori. Il grande viadotto – stradale e ferroviario – inaugurato nel 1937, dal dopoguerra, dopo la ricostruzione, intitolato a Marcello Soleri (1882-Torino 1945), ufficiale degli Alpini e uomo politico, lungo circa m. 800 che supera l’avvallamento della Stura, connota il paesaggio.
La Cattedrale di Santa Maria del Bosco, , la chiesa di San Francesco con il chiostro del complesso monumentale e il Museo Civico, fra diversi altri, sono distintivi della città. Lo scrittore e giornalista Giorgio Bocca (1920-Milano 2011) era nato qui.
Famosi sono i cioccolatini “cuneesi” al rum.
L’interesse per il ciclismo è sempre vivo con varie espressioni e il Giro d’Italia ha interessato in molteplici occasioni la città, sia con arrivi, sia con partenze di tappa, soprattutto con l’esperienza anticipatrice del COL Cuneo (poi percorsa un po’ ovunque), comitato che promuoveva la città e il territorio per mezzo delle due ruote. Vincitori di tappa a Cuneo sono stati Angelo Gremo 1914, Luigi Giacobbe 1931, Giuseppe Olmo 1935, Oreste Conte 1949, Nino Defilippis 1952, l’olandese Cees Lute 1964, Francesco Moser 1982, Luca Gelfi 1990, il norvegese Glenn Magnusson 1997, Mariano Piccoli 1998 e la Liquigas nella cronosquadre del 2010. Nel 2008, dopo l’arrivo a Prato Nevoso, Cuneo è stata sede della giornata di riposo (la prima della sua storia all’estero) e della partenza del giorno successivo.
Nicolò Bonifazio (1993) professionista e la giovane ma già plurititolata Elisa Balsamo (1998) sono nati a Cuneo.
Il percorso, dopo il via, interessa la frazione di Madonna dell’Olmo, luogo della battaglia del 30 settembre 1744 fra gli schieramenti franco-spagnoli opposti a quelli del Regno di Sardegna e dell’Austria, poi per San Chiaffredo, frazione di Busca, zona con estesi frutteti e il castello neoclassico del Roccolo, il G.P.M. di 4a cat. a m. 617 della Colletta di Rossana. Si procede poi per Piasco con il museo dell’arpa, pare sia l’unico al mondo per questo strumento musicale, Manta, con l’omonimo castello. Si giunge nella storica Saluzzo, capitale del marchesato che durò fino al ‘500. Sorge allo sbocco delle valli del Po e Varaita e conserva, nella parte alta, un borgo medievale ben conservato con edifici cotto rosso nella cinta delle sue mura, con caratteristiche di varie epoche, dominato dalla Rocca della Castiglia che ospita due musei tematici. Nella parte nuova, tutta in pianura, è centro di servizi e varie attività, riferimento della zona circostante. La Cattedrale tardogotica, la chiesa di San Giovanni con la torre Comunale, Casa Cavassa, dimora signorile rinascimentale sono altri motivi, fra i molti, d’interesse cittadino.
A Saluzzo sono nati Giambattista Bodoni (1746-Parma 1891), incisore e stampatore, noto per gli omonimi caratteri tipografici da lui creati, Silvio Pellico (1789-Torino 1854), patriota scrittore e poeta e Carlo Alberto dalla Chiesa (1920-Palermo 1982), generale e prefetto a Palermo, vittima di un attentato mafioso.
Si supera Revello con il palazzo comunale con testimonianze del passato e dove, nella frazione di Staffarda, sorge l’imponente abbazia di Santa Maria di Staffarda, poi Martiniana Po, Sanfront, Paesana, e dopo la sua località di Colletta (termine che nella zona indica uno scollinamento agevole, dolce), si arriva a Barge, con la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista.
Si passa nella provincia di Torino per Cavour, Osasco, con prevalente pianura fra fertili campagne e raggiungere per la prima volta Pinerolo, transitando anche dalla frazione di San Maurizio con la sua bella, omonima basilica e vista panoramica, poi seguiti da San Secondo di Pinerolo, all’imbocco della Valle del Chisone, in zona collinare, con il castello di Miradolo, in realtà caratteristica dimora nobiliare di campagna, oggi sede d’eventi espositivi. Si prospetta poi Bricherasio, all’inizio della Val Pellice, zona di frutteti, viti e altre colture con diffusi insediamenti industriali e quindi, dopo Ponte di Bibiana, il capoluogo comunale di Bibiana, altra realtà della curata agricoltura locale e passare, per un’altra breve digressione, nella provincia di Cuneo.
Un passaggio caratterizzato dall’ascesa impegnativa al GPM di Montoso, 1a cat., quota m. 1248, frazione con il recente Santuario dell’Assunta e splendida vista sulla pianura verso Torino, nel comune di Bagnolo Piemonte, località nota per la “pietra di Luserna”, materiale in varie tonalità di grigio impiegato in molte costruzioni della zona e, fra questi, il complesso feudale di Malingri con esteso parco. Il versante percorso in salita prevede una lunghezza di km. 8,900, superando un dislivello di m. 838 con pendenza media del 9,4% e punta al 14%. La località è stata sede d’arrivo della 3a prova del Trofeo dello Scalatore 1995 vinta da Leonardo Piepoli.
Dopo Bagnolo, al termine della più dolce discesa, si rientra nella provincia di Torino passando nuovamente per Cavour, Osasco e infine Pinerolo, sempre con lo spettacolare finale e lo strappo, breve ma ciclisticamente cattivo, di via Acaja, ripassando per San Maurizio.
La piacevole città, con lunga storia, ha la parte più antica disposta sulla collina di San Maurizio, con l’omonima chiesa tardo-gotica oltre a diversi edifici di pregio del periodo distinto dalla dinastia Acaja, il ramo dei Savoia che governò a lungo la zona. Di specifico rilievo sono pure il Duomo di San Donato, in stile gotico. E’ stata cittadella militare e ricorda il personaggio della Maschera di Ferro che ha ispirato Alessandro Dumas padre nel suo romanzo “Il visconte di Bragelonne”, e diverse pellicole cinematografiche.
E’ il dinamico centro di servizi e commercio del comprensorio e sede di svariate industrie. E’ stata la sede della prima “società italiana di mutuo soccorso”, fondata nel 1849. Di rilievo specifico è il Museo storico dell’Arma della Cavalleria.
Nativo di Pinerolo (1890-Roma 1981) era Ferruccio Parri, giornalista, politico e capo partigiano con il soprannome di “Maurizio” per ricordare l’amata collina di Pinerolo e fu il primo Presidente del Consiglio, a capo di un governo d’unità nazionale, istituito alla fine del secondo conflitto mondiale. Un altro pinerolese fu in precedenza a capo del Consiglio dei Ministri per breve tempo, prima di Benito Mussolini, Luigi Facta (1861-1930), personalità variamente discussa.
da Tv RoadBook
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