«Sarà un rettiliano? Un alieno?». Re Leone risponde al telefono quando ormai il sole è tramontato, ma la crono conclusiva del Tour è appena finita in Place Massena, a Nizza. L’alieno ovviamente è Tadej Pogacar.
«Guarda che quello che stiamo vedendo è solo la conferma di un fatto. Tadej dominava già da ragazzino. Me lo ricordo a un Lunigiana: alla prima tappa aveva già chiuso il libro».
Mario, a parte le polemiche sul possibile uso del monossido di carbonio e dei suoi eventuali effetti sulla prestazione, resta il fatto che Pogacar è dominante su ogni terreno. Anche oggi è stato il migliore sia in salita sia in discesa. Stratosferico. Per certi frangenti mi ricorda Armstrong. Di Lance si può pensare di tutto, resta il fatto che quando Beloki gli è finito a terra davanti alle sue ruote scendendo il col de Manse s’è inventato una scorciatoia nei campi ed è rimasto in piedi. Voglio dire, c’è un talento pazzesco.
«Quando sei in condizione è così. Ti viene tutto più facile. Arrivi prima in cima a una salita e sei più fresco, poi in discesa sei più lucido. In più Tadej ha passione, gli piace la bici. Remco, invece, non ha quell’imprinting. Lascia perdere i commenti di qualcuno che dice che in discesa è bravo. Non serve essere un grande tecnico per capire, come abbiamo già detto, che in curva ha problemi. Vingegaard, invece, rispetto allo scorso anno è più titubante. La caduta ai Baschi gli ha lasciato una cicatrice. E quando sei titubante sbagli, perché quello che fai lo fai in ritardo. È un po’ come quando impari a ballare, se pensi ai passi sei sempre in ritardo».
Che cosa pensi della posizione in bici di Tadej. L’angolo del ginocchio resta sempre molto chiuso.
«Penso che sia messo male. Ma penso anche che non si possa dirgli nulla. Ha ragione lui. Di certo ha una posizione molto diversa dagli standard a cui siamo abituati. Tutto dipende dall’agilità, dai rapporti corti che si usano ora e che gli consentono anche di usare pedivelle molto corte».
Non abbiamo mai parlato di Ciccone. La sua crono è stata deludente tanto che è scivolato fuori dalla top ten.
«Ciccone credo che abbia dei limiti di forza, non a caso fa delle buone salite quando sta a ruota. Non fosse così oggi avrebbe fatto bene almeno la prima parte, quella con La Turbie, Invece ha preso una ciabattata. Ha anche una posizione del bacino molto ruotata e questo condiziona il suo rendimento. Detto questo c’è da aggiungere che la sua è un’annata strana, con molti problemi. Per me il suo non è stato un brutto Tour, anche se chiaramente lo ha chiuso in calando».
Mario e noi che si fa? Chiudiamo qui oppure se il direttore ci vuole torniamo per la Vuelta? Che poi ti dirò, per la Vuelta ci sarà qualche novità interessante credo.
«Ci siamo! Almeno a ma farebbe molto piacere continuare con “La Zampata”. Continuiamo!».
E allora ci risentiamo presto.