Mancano ancora alcune settimane alla Grand Depart del Tour de France ma oggi al Museo del Ciclismo del Ghisallo sembrava proprio di essere alla Grande Boucle. No, non solo per merito della mostra “Ghisallo in Giallo” ma anche perché oggi il museo ha avuto un visitatore d’eccezione, Christian Prudhomme che ha visitato la mostra accompagnato dal direttore della Fondazione Museo del Ghisallo Antonio Molteni, dalla direttrice del museo Carola Gentilini e da Davide Cassani.
Nel corso della mattinata tuttobiciweb ha raccolto le impressioni del numero uno della Grande Boucle. «Sognavo da diverso tempo che il Tour potesse partire dall’Italia, questa Grand Départ storica scaturisce dall’unione dei sogni fatti dalla parte italiana e dalla parte francese delle Alpi». ha detto Prudhomme riferendosi al grande evento che vedrà l’Italia protagonista nelle prime quattro tappe della corsa
Ed ancora:« Se l’Italia ha potuto realizzare il sogno della Grande Partenza è perché è stata capace di giocare unita, da squadra, con la Toscana, l’Emilia Romagna, e il Piemonte passando per la Lombardia. Avete lanciato un messaggio, è un po’ come nel ciclismo dove c’è un leader ma senza la squadra non si può fare nulla».
Poi un elogio al nostro Paese e ai nostri campioni: «Il vostro è un grande Paese di sport e di ciclismo, i vostri campioni hanno contribuito a creare la leggenda del ciclismo nel mondo. Mi colpisce molto il grande rispetto che avete per i vostri campioni e per la Storia di questo sport, questa Grand Depart è un modo per rendere omaggio ai grandi campioni italiani che hanno fatto la leggenda del nostro sport» ha dichiarato aggiungendo poi anche un elogio alle capacità organizzative: «Sono rimasto veramente colpito dal modo eccezionale con cui l’Emilia Romagna ha organizzato i Mondiali del 2020, se poi aggiungete che quei Mondiali sono stati vinti da Alaphilippe….» (sorride).
Poi un aneddoto: «Il 2 gennaio scorso sono stato sulla tomba di Fausto Coppi, volevo farlo, era un mio obiettivo da quando abbiamo definito la Grande Partenza in Italia e allora ho organizzato delle vacanze natalizie in Italia con mia moglie e mia figlia che amano molto il vostro Paese. Siamo stati a Firenze, Bologna e Torino e poi io ho reso omaggio al Campionissimo».
Quindi una riflessione: «Il ciclismo deve giustamente aprirsi al mondo ma non deve dimenticare le sue radici. Ricordiamoci che nel 2020, in piena pandemia, se il ciclismo è ripartito lo ha fatto grazie all'Italia, alla Francia, al Belgio, alla Spagna e all'Olanda, i Paesi in cui questo sport è nato. Io penso sia importante che questi Paesi abbiano corse e squadre perché hanno tanto da dare al nostro sport».
Quindi un commento sulla mostra dedicata al Tour e sul Museo del Ghisallo: «È veramente emozionante, ricco, con tante biciclette, tante maglie, tante storie. Ho rivissuto l'epopea di tutti i vostri campioni, di tutte le leggende italiane che hanno vinto il Tour. Ricordo che celebreremo i 100 anni dalla prima vittoria italiana firmata da Ottavio Bottecchia ma anche i 10 anni dal successo di Nibali: siete fortunati, voi italiani! Noi francesi stiamo aspettando un trionfo al Tour da quasi 40 anni, visto che l'ultimo è stato Bernard Hinault nel 1985...».
L’evento di oggi ha reso evidente come la voglia di Tour in Italia sia tanta, come tante erano le persone presenti al Ghisallo:rRappresentanti delle istituzioni, volti noti come Beppe Conti, Gianluigi Stanga, Roberto Damiani e Renzo Oldani, Monica Santini, Marina Coppi e Elisabetta Nencini ma anche semplici appassionati pronti a vivere le emozioni che regalerà il Tour de France.
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