GATTI & MISFATTI. L’ITALIA CHE ASPETTA IL GIRO PER SISTEMARE LE STRADE

GIRO D'ITALIA | 14/05/2024 | 17:16
di Cristiano Gatti

Non c'è come girare l'Italia per capire cosa sarebbe l'Italia senza il Giro d'Italia. Certo, si parla della festa popolare e della gara sportiva. Ma ultimamente, sempre di più, della pura e semplice strada.


Ce ne siamo accorti tutti, sulla propria pelle, sui propri ammortizzatori, chi va in auto e più di tutti chi va in bici, ce ne siamo accorti bene di come siano ridotte negli ultimi anni le strade d'Italia. Non faccio per niente del catastrofismo se ricordo le strade bombardate, i tombini profondi una spanna (che obbligano il ciclista, anche il più prudente, a scartare verso il centro, così da essere stirato meglio, di spalle), i rilievi e gli avvallamenti delle radici d'albero, eccetera eccetera.


In questo scenario lunare, il Giro è sempre di più il termometro che misura la temperatura. Sempre più alta, sempre più preoccupante. Un tizio sbarcato da Marte potrebbe dire subito, candidamente: ma con tutti i soldi arrivati dal PNRR, perchè non avete fatto un piano per sistemare questo fondamentale del Paese, le semplici strade? Bravo, il marziano. Ma qualcuno gli dovrebbe pur dire che siamo in Italia, e in questo strano luogo tutti quei soldi ci servono per ben più urgenti priorità, gli incentivi per i monopattini, il bonus facciate. E in tema di infrastrutture, abbiamo altro per la testa, faccia il piacere, il marziano: si levi dai piedi con le sue stupide domande e ci lasci lavorare, che dobbiamo tirare su il Ponte sullo Stretto.

Qui al Giro, storicamente, tra le tante certezze della tradizione figurano certamente in primo piano le famigerate “Strade del Sud”. Iconiche, direbbe il bravo influencer. Il problema è che questo luogo comune negli ultimi anni si è allargato, è diventato un luogo totale, il Sud è arrivato al Nord, proclamando nei fatti una vera unità nazionale. Pedalare al Nord, ormai, è come pedalare al Sud. Anzichè rifare le famigerate “Strade del Sud”, abbiamo distrutto quelle del Nord, così la finiranno una buona volta di frignare su questo dannato gap tra Settentrione e Meridione.

E il Giro? Col passare del tempo, il Giro è ormai diventato l'ultima speranza, la mossa della disperazione, per mettere giù un po' di asfalto. Per molti comuni, per tante città, è l'occasione imperdibile: dove arriva il Giro, anche perchè il Giro lo richiede espressamente, la strada dev'essere decente. Ovviamente in generale, perchè non è pensabile che il Giro rifaccia il manto stradale di tutta una nazione. Lo dimostra il fatto che in tanti tratti, inevitabilmente, la strada resta sconnessa, vedi l'altro giorno scendendo verso Napoli, dove le radici in rilievo hanno fatto saltare corridori e ammiraglie come tarantolati.

Colpa di Vegni e del Giro? Non scherziamo. Vegni può avere mille colpe, ma questa proprio no. A dirla tutta, Vegni meriterebbe la medaglia al valor civile, perchè quanto meno dove porta il Giro ci porta pure l'asfaltatura. Credo lo possano confermare tante comunità locali d'Italia, che una mattina si ritrovano la strada da anni martoriata come un Vietnam, quando il Vietnam era il Vietnam, improvvisamente tirata come un biliardo.
Colpa di Vegni se ogni tanto si finisce in qualche tratto dissestato? Lo incrocio alla partenza di Pompei e glielo chiedo direttamente, scusi direttore, ma che dice delle strade? Un fiume in piena: “Ragazzi, io mi prendo le colpe che ho, accetto tutte le critiche, ma di questa situazione sono vittima, non carnefice. Se la gente pensa che il Giro possa riasfaltare tutta Italia, è fuori strada. In realtà, questo è un grosso problema del Paese. Un problema che andrebbe affrontato decisamente. Eppure, sistemare l'infrastruttura Strade non compare mai tra le priorità. Poi tocca a noi metterci una pezza, quando arriviamo”.

E' così che nasce un'Italia tutta particolare: l'Italia che aspetta l'arrivo del Giro per asfaltare le strade. Un'Italia diffusa, capillare, disperata. L'esempio chiarisce sempre meglio: dopo la resurrezione del Giro di Sicilia, stessa organizzazione, Vegni è continuamente richiesto di tornare in qualunque modo. Grazie a quella corsa si contempla il miracolo: chilometri e chilometri di strade sfasciate improvvisamente rinate a nuova vita. E sei milioni all'anno per cinque anni destinati all'asfalto nuovo.

Così siamo messi: dove non arriva l'Italia, deve arrivare il Giro d'Italia.

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COMMENTI
Evidente
14 maggio 2024 17:44 Bullet
È una incredibile ma indiscutibile realtà. Comunque quest'anno in molti tratti le strade non sono per nulla belle forse perché sta diventando proprio un'abitudine aspettare il passaggio del Giro e quindi poi i km da sistemare sono troppi.

Sempre a criticare
14 maggio 2024 17:46 Angliru
Si metta lei ad asfaltare, visto che se ne accorge solo per il Giro.

Vegni
14 maggio 2024 18:22 ivangms
Vorrei sapere perché Vegni non ha responsabilità. Di fatto é il direttore di corsa ed è la persona che ha la responsabilità di valutare la sicurezza del percorso di gara. Anzi, a differenza delle gare di paese lui ed i suoi collaboratori hanno un anno di tempo per prendersi la macchina e fare tutte le strade valutandone i rischi. Troppo comodo mettere lo Stelvio e chiuderlo per rischio slavine e poi tapparsi gli occhi su pavimentazioni stradali che erano già pietose un anno fa.

X Angliru
14 maggio 2024 19:28 alfiobluesman
Non trovo critiche, ma amara constatazione di come siamo messi ( male )

Ma che Giro
14 maggio 2024 19:57 Hal3Al
è Giro.Le strade sono maltenute e manuntenute da schifo in buona parte del nostro Paese.Moliti dimenticano o non sanno che il 50% dei proventi delle multe vanno alla manuntenzione stradale,ma non sempre è così,spesso i Comuni li usano per coprire buchi di bilancio.Il problema non riguarda solo il Giro ma tutti gli utenti della strada e comunque sia la risposta è sempre quella...non ci sono i soldi per asfaltare...tanto sanno che non rischiano niente.

Remember
14 maggio 2024 20:15 maulot
Bellissimo lo striscione esposto qualche anno fa in Sicilia:
“Per favore tornate anche il prossimo anno così finiscono di asfaltare le strade”!

Soluzione: CHIEDERE I DANNI
14 maggio 2024 22:03 italia
Soluzione per le strade disastrate: CHIEDERE I DANNI.
Le strade non sono dissestate, ma la limite della praticalità ciclistica: inutile far presente la situazione agli amministratori locali è sforzo inutile.
Ho pensato questo.
Prima di tutto cè necessario istituire una associazione per la difesa dei ciclisti e nello statuto inserire la dicitura la “difesa del benessere e libera fruizione della pratica ciclistica” o frasi similiari; cioè consente all’associazione di avere personalità giuridica che vuol dire in sostanza possibilità di agiere in giudizio per la tutela dei ciclisti.
Veniamo al concetto di base; se l’Ente titolare della strada non tiene in maniera decente la strada, lede un diritto ai cittadini fruitot (ciclisti), provocandogli dei danni civili dovuti al mancato benessere della fruizione e quindi si richiedere il ristoro.
in sostanza se si mantiene la strada in maniera indecente, mi provochi dei danni non dovuti alle cadute, ma alla MANCATA NORMALE FRUIBILITÀ DEL BENE. Ad esempio in materia civile se un soggetto provoca un danno ad altro è tenuto al risarcimento mediante apposite tabelle comparative. Per cui se pedalo per un strada per 10 minuti quantifico il danno in rapporto alle tabelle civili; ad esempio se per 24 ore la tariffa di danno civile è 48 euro che corrispondono a 2 euro all’ora, il ciclista che passa su una strada dissestata per 10 minuti si potrebbe chiede un danno di 32 centesimi;
E’ necessario quantificare il numero di ciclisti che passano su un tratto di strada dissestata: come si fa creando un segmento strava ed analizzando i passaggi a livello annuale; inoltre considerando che strava è applicata da un ciclista su 10 circa e considerando che il quel tratto passano 1000 ciclisti strava all’anno risultato si puo chiedere la quantificazione del danno cosi 0,32x 1000 pari a 32 euro x 10 320 euro all’anno per un tratto di strada.
Siccome i ratti sono infiniti e nelle causa l’Ente ci deve mettere le parcelle degli avvocati …. forse gli converrà tenere la starda in buone condizioni.
Altro metodo è quello di inviare un esposto alla Prefettura rappresentando il pericolo per la pubblica incolumità del tratto di strada e chiedendo nel caso nel caso l’istituzione di un “commissario ad acta” e in caso di mancata adeguamento del tratto di strada o lo scioglimento del Consiglio Comunale per persistente pericolo di sicurezza pubblica.
Invito i dirigenti della federazione a dare incarico a qualche studio legale di quanto sopra esposto, per verificare la fattibilità; sarebbe una buona cosa per i ciclisti
Si se crea un contenzioso e un giudice crea un precedente a favore dei ciclisti …. Le strada saranno molte levigate.
Invito tutti coloro che si occupano di ciclismo (giornalisti, atleti, sponsor, dirigenti , istituzioni ..) a discutere della fattibilità della mia proposta
Grazie per l’ascolto e buona notte

Caspita
15 maggio 2024 06:18 kristi
Dopo il pistolotto dell amico Italia , vorrei solo far notare che il problema strade non esiste solo durante il giro , non lo subiscono solo i ciclisti ( ed utopiche associazioni a tutela) . Ogni giorno milioni di italiani fruiscono di strade al limite della vergogna , non serve aspettare le lamentele al giro . Del disastro totale della viabilità pubblica in Italia ( e ciò vale NON SOLO per le strade) bisogna ricordarsene in cabina elettorale , al bar quando si osannato certi ministri perché ci fanno correre 10kmh più veloci col suv in citta......su strade dissestate ovvio . Ma certo come dice Gatti viva viva il ponte sullo stretto , quello si i.prescindibile

strade
15 maggio 2024 10:42 GHOSTY
in questo paese le strade rispecchiano tutto cio' che e' legato alla gestione pubblica (scuole ospedali pubblica sicurezza etc etc) ma come ben si sa i soldi non vengono spesi per cio' che serve veramente ma per cio' che porta consenso immediato. vergognoso che con una pressione fiscale al 50% tutto cio' che e' pubblico sia ridotto cosi'.

Il ponte evviva
15 maggio 2024 12:56 alfiobluesman
In Sicilia situazione disastrosa. Zero manutenzione . Strade statali e provinciali interrotte. Da quasi 2 anni la statale ( dico Statale!! ) 185 di Sella Mandrazzi dove il giro è transitato diverse volte è interrotta per frana. Andare in bici e' diventato sempre più pericoloso anche per lo stato del manto stradale

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