Sedicesimi in classifica con Piganzoli, assistito da un navigato scalatore come Fabbro e dal resto della truppa; in top-10 di tappa ad Andora col velocista Lonardi e addirittura sul podio a Lucca con Andrea Pietrobon, che da par suo comanda pure la classifica delle fughe.
A tal proposito, in fuga con vari corridori (oltre a Pietrobon i fratelli Bais, capitan Maestri e il "rookie" Muñoz) per 6 giornate su 9 (e una era a cronometro) mettendo in saccoccia tre traguardi Intergiro e altrettanti premi Combattività.
Questa in sintesi è la prima settimana del Giro d'Italia della Polti Kometa, che ha parlato in conferenza stampa con tre rappresentanti di diverse aree del team: management, staff, atleti.
IVAN BASSO (team manager, in società coi fratelli Contador) «Siamo andati a cento metri dalla terza vittoria in quattro anni e stiamo correndo in maniera propositiva e ordinata, alla ricerca del miglior risultato possibile. Le forze in campo, corridori e squadre più forti sono emerse chiaramente, non saranno molte formazioni diverse a portare a casa delle vittorie e noi vogliamo essere tra le poche a riuscirci. Pedalare in gruppo, andare in fuga e vincere al traguardo sono tre mestieri diversi: per un team delle nostre dimensioni la fuga è uno degli strumenti più giusti per provare a centrare il bersaglio grosso, alimenta l'autostima del corridore e la possibilità di andare fino in fondo. Quando ci entri non sai mai se il plotone magari ti lascia fare o sbaglia i calcoli e puoi giocartela, le fughe vincenti nella storia del Giro sono numerose e una ci ha premiato nel 2023. Giudicare da fuori è facile quando non ci si rende conto delle risorse a disposizione... A tal proposito, non vogliamo saltare dei passaggi obbligati e sappiamo che la prima cosa da fare e allineare il budget a quello delle Professional di riferimento, potenziando gradualmente organico, staff e settore giovanile che per noi è fondamentale. Dopodiché, procedendo step-by-step di stagione in stagione sogniamo di arrivare, nel lungo termine, agli obiettivi più alti. Tornando al roster attuale e alla corsa rosa che stiamo disputando, il lavoro che stiamo facendo è quello di bilanciare la sana voglia di strafare dei tanti giovani e l'esperienza dei più esperti. Su tutti capitan Mirco Maestri, figura fondamentale non solo nelle 4-5 ore di gara ma nelle rimanenti che non si vedono in tv, trasmettendo motivazioni e indicazioni preziose ai compagni e dando l'esempio in prima persona in gara.»
STEFANO ZANATTA (direttore sportivo, qui al Giro in ammiraglia con Jesus Hernandez) «Rifacendomi agli ultimi concetti di Ivan, stiamo svolgendo un duplice lavoro: gestire la tattica di gara in base sia alle energie che alle caratteristiche dei ragazzi, mettendoli nelle condizioni migliori per esprimere il proprio potenziale nelle tappe più adatte a ciascuno; e poi mantenere l'armonia tra di loro. Finora ci stiamo riuscendo e stiamo pure supportando bene Piganzoli, che è al debutto in un grande giro come Pietrobon e Muñoz: se dovesse arrivare un bel piazzamento finale per lui [per ora, oltre al 16° posto generale a nove minuti e mezzo da Pogacar, è 6° nella classifica della maglia bianca a cinque e mezzo da Uijtdebroeks, ndr] e una vittoria di tappa della squadra, sarà un premio meritatissimo per il modo in cui stiamo interpretando il Giro.»
DAVIDE PIGANZOLI uomo classifica classe 2002 «Questo buon inizio Giro non cambia il grande obiettivo che ci siamo prefissati, che è la vittoria di tappa. Poi se riesco a tenere nelle prime posizioni della generale, guadagnando pure qualcosina in un'eventuale fuga, meglio ancora. Ci sentiamo bene a livello anche morale, che in un grande giro è un aspetto importante quanto la condizione, via via che la fatica e lo stress aumentano. E come diceva Ivan, un "capitano" come Maestri aiuta tanto, giovani e meno giovani: personalmente capita che mi dia indicazioni preziose su quali posizioni tenere e quando e come alimentarmi in gara, e quando non siamo in bici il suo apporto al gruppo è un valore aggiunto.»
FOTO BORSERINI