È indubbiamente una bella esperienza quella che sta vivendo Matteo Scalco al Tour of the Alps, corsa in cui il ragazzo di Thiene, in forza alla VF Group-Bardiani CSF-Faizanè, quest’anno è il più giovane partecipante italiano con i suoi 19 anni. Per carpirne le sensazioni lo abbiamo intercettato alla partenza di Salorno dove, con grande cordialità, ci ha parlato di come sia stato ritrovarsi spalla a spalla con alcuni dei grandi nomi del pedale mondiale in un contesto di assoluto livello.
«Sicuramente ieri alla partenza è stato emozionante, è una gara che vedi sempre in tv ed essere qui a fianco di questi campioni fa davvero piacere e ti dà davvero tanto morale. Sono venuto qui per cercare un colpo di pedale diverso, per aiutare i miei compagni e grandi obiettivi non ne ho, magari nei prossimi giorni proverò ad andare in fuga e a mettermi in mostra ma senza grandi pretese».
Questa è la quarta corsa a tappe che disputi quest’anno: cosa ha spinto te e la squadra a fare questa scelta?
«Già l'anno scorso ho fatto diverse corse a tappe perché da Juniores non ce ne sono tante e al massimo sono di tre giorni. Quest'anno abbiamo iniziato a farne subito diverse perché alla fine rappresentano il tipo di gara che mi si addice di più e mi servono in vista del Giro d'Italia Next Gen che è una gara in cui vorrei cercare di fare bene. L'anno scorso senza prepararlo e con gli impegni scolastici sono comunque riuscito ad arrivare davanti dando un contributo a Martinelli: quest’anno è un obiettivo».
In queste corse a fianco dei grandi campioni cosa stai notando?
«Sicuramente che vanno davvero forte quello, quello senza ombra di dubbio. A parte questo vedi che hanno un modo diverso di correre, una volta andata via la fuga c'è più tranquillità in gruppo mentre quando invece è ora di menare si mena».
Quali sono i consigli che stai ricevendo più spesso dai compagni e dai tuoi direttori sportivi?
«Di stare tranquillo. Le gare under sono molto nervose, sei a limare già dal foglio firma, qui invece magari è tutto un po' più tranquillo e quindi mi dicono di non farmi prendere dall'ansia per cose inutili. Riguardo all'alimentazione e al bere l'anno scorso non ero seguito da nessuno, quest'anno invece sono seguito da un nutrizionista con cui ho sistemato diverse cosine perché comunque non ero abituato a tanti grammi di carbo all’ora (ora ne assumo 90 all’ora, di più non riesco) quindi sto iniziando a prendere accorgimenti anche su questo aspetto».
Se dovessi descrivere che tipo di corridore e che ragazzo sei giù dalla bici, cosa diresti?
«Sono un corridore che predilige le salite lunghe, più lunghe sono meglio è per me. Giù dalla bici sono un ragazzo tranquillo, abbastanza sociale. Passioni particolari? Anni fa avevo la passione della musica, suonavo il pianoforte ma con la scuola e il ciclismo l'ho un po' dovuto abbandonare. La scuola? Tutto bene, ho fatto un tecnico economico e ho conseguito la maturità l'anno scorso, uscendo con un bel voto e portando a termine anche questo percorso. Avevo pensato di andare avanti con l'università, ma i giorni via da casa sono tanti e frequentarla in presenza quindi era impossibile. Potevo farla a distanza, però ho voluto provare a concentrarmi un po’ sul ciclismo. Non escludo di riprenderla più avanti».
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