Di anni ne ha appena ma 20, ma è già considerato un autentico talento nel ciclocross e nella strada. Si tratta di Tibor Del Grosso, il campione olandese dalle lontane origini italiane che, dopo essere stato corteggiato da diverse squadre del World Tour, ha firmato un contratto con la Alpecin-Deceuninck.
In casa Del Grosso, il cognome arriva dalla mamma, le cui origini attraverso i nonni sono legate all’Italia e sono in due a correre in bici, perché oltre a Tibor, c’è anche suo fratello Bodi, di un anno più grande. La passione per il ciclismo, nel giovane olandese è nata prestissimo e i risultati a loro volta non hanno tardato. Il grande salto Tibor lo ha fatto lo scorso anno quando a 19 anni, dopo aver vinto il titolo nazionale, al Mondiale di ciclocross Under 23 è arrivato secondo alle spalle del super favorito Nys.
Quest’anno le vittorie sono già 3 e tutte importanti: la tappa di Coppa del Mondo a Troyes in Francia, poi in Irlanda quella di Dublino e per finire il primo posto ad Anversa. Mercoledì c’è stato un match importante a Zolder per il Superprestige e il ventenne olandese ha chiuso al quinto posto in una gara vinta da Wout van Aert, che ha chiuso davanti a Iserbyt e Nieuwenhuis, vincitore in Val di Sole.
A ottobre per lui c’è stato il passaggio dalla Metec-Solarwatt alla squadra di Mathieu van der Poel, corridore che il giovane Del Grosso vede come un esempio da imitare e come l’iridato, vuole fare bene anche su strada. «Cerco di correre sia su strada che nel ciclocross – ha detto Tibor – E vorrei di diventare il più bravo possibile con tutte e due le discipline».
Nella stagione su strada lo scorso anno ha chiuso al secondo posto il Grand Prix de Honelles e ha fatto anche secondo al Flanders Tomorrow Tours, dove ha conquistato la maglia della classifica a punti. Ma Tibor non è stato soddisfatto dei suoi risultati, a causa di una forma influenzale che ha compromesso la sua preparazione e per questo vuole rifarsi.
Del Grosso è tra le promesse di questa stagione e il quinto posto conquistato a Zolder gli fa ben sperare per il Mondiale di Tabor a febbraio, dove non correrà con gli elite ma nella categoria under23.
«Mi sono sentito come se potessi competere per la vittoria, sentivo di poter essere vicino a van Aert e Iserbyt, ma poi ho capito che al massimo sarei arrivato terzo».
La stagione sul fango di Tibor è verso la sua conclusione perché ci sarà una stagione su strada dove i riflettori saranno puntati su di lui. Anche se corre con il team di sviluppo della Alpecin-Deceuninck, non è da escludere che il team di Van der Poel voglia testarlo per qualche gara più importante.
«Sono un po' deluso per non essere arrivato terzo. Il quinto posto è davvero un buon risultato tra i professionisti, ma non correrò così tante gare. Farò Hulst e Zonhoven nella categoria, ma con Mathieu (Van der Poel, ndr) diventerà ancora più difficile. Poi ci sarà il Mondiale dove voglio fare veramente bene prima di dedicarmi alla stagione su strada».
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