Ha vinto per la sua famiglia, per la sua gente, per la sua squadra, per se stesso. Gregario per eccellenza di Pogacar e Almeida, Rafal Majka comunque non ha perso il sano vizietto della gloria personale: anzi, l'ha ritrovato proprio quando è approdato due anni fa in UAE, dopo tre anni abbondanti di digiuno. Quella di oggi nella terza tappa del Giro di Polonia è la sua prima vittoria stagionale, la quindicesima in carriera, la quarta nella sua avventura "emiratina".
Si può pensare che conoscesse tutti i segreti di quella rampa al 17% che alla flamme rouge ha portato il serpentone dei migliori nella Tauron Arena di Duszniki Zdroj: lo si poteva evincere facendo il paio tra la sua nazionalità e la scelta di tempo e la condotta sicura che ha tenuto lì e nella successiva spianata del traguardo, dove col rush finale ha tenuto dietro "di corto muso" la maglia gialla Mohoric e il connazionale Kwiatkowski. E invece no: «Era la prima volta che la facevo, ma più è dura più mi esalto: coi miei compagni abbiamo fatto sudare sette camicie alle altre squadre sulla salita precedente - ha commentato a caldo lo scalatore classe '89 - poi io ho tirato l'affondo conclusivo.»
Esaltato, in senso buono, lo era davvero dopo l'arrivo. Anzi, lo era fin dal momento esatto dell'arrivo, con quell'esultanza a braccio roteante e bocca urlante. E con quell'esuberanza poi, trasudante dalla voce e dall'occhio ceruleo, nel rilasciare le interviste in polacco, inglese e italiano. Non poteva essere altrimenti: non prendeva parte alla sua gara casalinga da tre anni ed è tornato a vincerci dopo nove, quando in Saxo Tinkoff portò a casa due tappe e la vittoria generale. Ieri a Karpacz quell'attacco ai -2500 metri aveva emozionato tutti, il pubblico e gli speaker erano in delirio: noi lì presenti ci siamo emozionati in quel tripudio, figuriamoci lui. E invece le contromosse di Lotto Dstiny e Bahrain Victorious avevano chiuso le porte del sogno. «Dopo un ottimo Tour de France disputato al fianco di Pogacar e Yates che hanno composto due terzi del podio, sono venuto qua anche per prendermi questa soddisfazione e, all'indomani della beffa, penso proprio che me la meritassi oggi! - ci ha spiegato al volo Majka prima di correre... all'antidoping - Quando siamo giunti alle battute decisive qui nello stadio del biathlon, ho avvertito dentro di me la carica e le gambe giuste, e mi sono goduto lo sprint fino all'ultimo centimetro: ieri l'ho persa a 200 metri dal traguardo, oggi ho avuto la giusta pazienza e l'ho vinta proprio a 200 metri dal traguardo (sorride ampiamente, ndr). Qualcuno sostiene che ho ostacolato Kwiato irregolarmente, ma la strada era abbastanza grande perché chiunque avesse le gambe potesse passare davanti all'altro.»
Una gioia polacca a cui si unisce il patron della corsa Czeslaw Lang, a cui abbiamo strappato un commento mentre si recava al palco premiazioni: «Majka e Kwiatkowski sono i nostri più grandi corridori che vediamo nel grande ciclismo internazionale, sono venuti qui sulla scia dell'ottima condizione del Tour de France ed è bello vederli lottare per vincere. Ed è bellissimo vedere l'entusiasmo delle persone sulle strade. Come mi sento in questo momento? Esattamente come un italiano che vede un suo connazionale vincere al Giro d'Italia. Oggi è proprio una festa di ciclismo per noi».
Comunque non si pensi che "Ràfau" (questa la pronuncia corretta del suo nome) stia peccando di hybris. Come ci aveva rivelato alla partenza da Walbrzych il direttore sportivo Fabio Baldato, il team gli sta dando libertà di azione ed esaltazione in questi arrivi esplosivi in salita, ma poi il capitano resta Joao Almeida, specie con la crono di Katowice a decidere i giochi. «Noi siamo qui per vincere la corsa con Joao e le volate con Ackermann - ha tenuto infatti a precisare Majka ai giornalisti assiepati in "mixed zone" - ma abbiamo una squadra talmente forte (il roster UAE qui in Polonia è completato da Fisher-Black, Wellens, Formolo e McNulty ndr) che possiamo mettere in atto svariate tattiche e scenari, e io sono felicissimo con la mia vittoria di tappa a 33 anni suonati!»
Ora Majka e capitan Almeida sono appaiati in classifica a 10 secondi da Mohoric. Domani trasferimento per velocisti, dopodomani tappa regina sui monti Beschidi prima della cronometro. L'assalto UAE alla diligenza Bahrain (che letta fuori contesto potrebbe sembrare lo scoppio di una nuoova Guerra del Golfo, ma per fortuna si parla di ciclismo World Tour) con tanti "terzi incomodi" pronti a infilarsi nella contesa, sarà tutto da gustare.
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