Domenica 2 ottobre si svolgerà l'edizione numero 94 del Piccolo Giro di Lombardia, autentica classica monumento del ciclismo Under 23. Basta guardare l'albo d'oro: da Tano Belloni ai Masnada, Bagioli e Stannard passando per Moreno Argentin. Quella del 2022 sarà però l'edizione numero 13 sotto l'egida del Velo Club Oggiono, società ciclistica della Brianza lecchese.
Ed è proprio il vicepresidente del club organizzatore a fornirci oggi la sua giovane (non ha ancora 26 anni) testimonianza: l'ex corridore dilettante Marco Molteni. «Sono stato attratto da sempre dal mondo della bicicletta, non sono stato spinto dalla famiglia - racconta Molteni -. Ho iniziato da Esordiente, ho passato 4 anni nella U.C. Costamasnaga e poi il biennio Juniores alla US Biassono, dopodiché un altro quadriennio Under23/Dilettanti tra Unieuro Trevigiani e Cipollini Rime. Nel frattempo avevo iniziato a lavorare nel settore immobiliare, nel 2019 ho smesso di correre e ho aperto la mia agenzia: oggi ne ho due. Nello stesso anno, ho collaborato per la prima volta col Velo Club Oggiono all'organizzazione del Piccolo Lombardia: un rapporto andato intensificandosi nel 2020 e nel 2021, fino a questo quarto anno in cui sono pure diventato vicepresidente della società. Da corridore l'ho disputata, era bello che una corsa del genere partisse e arrivasse nella mia città, ma non cogli tutti gli aspetti del "dietro le quinte" che invece vivi da organizzatore: mi emoziona quasi di più adesso, la vedo sotto un punto di vista più stimolante, lavoro in prima persona per mettere in piedi un palcoscenico del genere e quando mi ritrovo davanti a una manifestazione venuta bene la soddisfazione è tanta. Un aspetto a cui tengo molto è l'importanza del Piccolo Lombardia per la categoria Under 23, la consapevolezza di fare da trampolino di lancio per futuri campioni: se guardi chi ha vinto la nostra gara, sono quasi tutti nel World Tour. Ringrazio il presidente Daniele Fumagalli e tutto il Velo Club Oggiono per avermi accolto nell'organizzazione fino a darmi così tanta fiducia e la possibilità di apportare un contributo considerevole al Piccolo Lombardia.»
Ed eccolo, il presidente Fumagalli, fare eco al suo brillante vice: «A inizio anni Duemila organizzavamo il Giro della Provincia di Como, poi divenuto delle Due Province con l'aggiunta di Lecco. Finché due consiglieri nazionali, Carlo Buzzi e Franco Binda, videro in noi la società che poteva prendere in mano il Piccolo Giro di Lombardia che aveva problemi di organizzazione: addirittura nel 2006 e in quel 2009 non si era svolto. In un primo momento provammo un senso di sbandamento: eravamo abituati a far gareggiare gli Esordienti e quando vedevamo squadre arrivare da Piemonte ed Emilia ci pareva che arrivassero da chissà dove. Di colpo ci trovavamo a dover accogliere team di tutto il mondo. Però abbiamo ponderato il tutto e ci siamo detti che un treno del genere va preso al volo: nel 2010 è stata dunque la nostra grande prima e negli anni siamo diventati una monumento nel panorama U23 internazionale. Anzi, la presenza straniera è talmente imponente che ormai ci ritroviamo a dover dire di no ad alcune squadre (c'è un limite di 176 corridori partecipanti). Di Piccolo in questa corsa c'è solo il nome, che i fondatori nel 1911 crearono per distinguerla dal Lombardia dei professionisti: oggi è una gara di enorme prestigio nella categoria, sai bene quanta rilevanza ha se la vinci. Inoltre riusciamo a garantire un'organizzazione avanzata, tra percorso, struttura tecnica e sicurezza: il dispiegamento di polizia stradale e delle altre componenti è davvero ingente, ci puntiamo molto. Un aneddoto? Nel cuore rimane chiaramente la prima volta: sei lì con gli oli santi in tasca e quando è finita tocchi il cielo con un dito. Ma è stato un continuo crescendo: l'ordine d'arrivo più bello è quello del 2014, Gianni Moscon-Dylan Teuns-Pierre Latour (4° Nans Peters, ndr) mentre nel 2017 ha corso pure Tadej Pogacar, arrivò "solo" 7°: vinse Alexandr Riabushenko (e in top-10 arrivarono, tra gli altri, Mader, Hirsci e Vlasov, ndr)».
Insomma, se volete farvi una bella gita fuori porta d'inizio autunno e appassionarvi a capire chi sarà il fenomeno ciclistico di domani, è a Oggiono che dovete venire.
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