Dopo Giovanni Meazzo, la famiglia del ciclismo alessandrino perde un altro grande personaggio, Alberto Vescovo, uno degli ultimi corridori della provincia ad aver calcato, ormai più di mezzo secolo fa, le scene principali. Aveva 81 anni, essendo nato a Pecetto di Valenza il 13 marzo 1940.
Cresciuto nelle file della gloriosa Anpi Sport Valenza insieme al coetaneo Giorgio Zancanaro, i due compagni di squadra erano complementari e si dividevano equamente i successi, poiché Zancanaro era forte in salita mentre Vescovo eccelleva soprattutto per le sue doti di sprinter. Nelle categorie giovanili Alberto collezionò una cinquantina di successi, tra cui spiccano il campionato regionale Esordienti del 1956 e l’eliminatoria piemontese del Trofeo Yomo per Allievi del 1958, vinta in volata sulla pista del Motovelodromo torinese davanti a tre compagni di fuga: Franco, Menzio e lo stesso Zancanaro. Una curiosità: in quella gara arrivò solo 31° Franco Balmamion, che quattro anni più tardi avrebbe vinto il suo primo Giro d’Italia. L’ultimo piemontese vincitore della corsa rosa si prese la rivincita due anni dopo nel Circuito di Bassignana. «Nel finale – ricorda Balmamion – eravamo rimasti al comando io e Zancanaro. Ma nessuno dei due voleva tirare, perché al nostro inseguimento c’erano Italo Ferrara, che correva con me al Fiat, e Vescovo, compagno di squadra di Giorgio. Per fortuna non ci raggiunsero e vinsi io, ma al terzo posto si classificò Alberto, che in volata era il più forte di tutti noi».
Nel ’59 Zancanaro e Vescovo avevano debuttato tra i dilettanti nel C.V.A., poi diventato Melchionni, e rimasero insieme fino al 1961, quando Giorgio passò professionista. Alberto invece rimase tra i dilettanti fino al 1964, anno in cui ad Alessandria conquistò il titolo regionale della categoria regolando allo sprint i cinque compagni di fuga con i quali aveva dominato la corsa: Bonetto, Tambornini, Balduzzi, Lusso e Verdoia. Fu la sua ultima vittoria importante, perché nei due anni successivi il valenzano gareggiò tra i professionisti, nel ’65 alla Maino (dove ritrovò l’amico Zancanaro) e nel ’66 alla Legnano, senza tuttavia ottenere risultati di rilievo.
Subito dopo aver chiuso la parentesi agonistica tra i prof, insegnò il mestiere ai ragazzi dell’Anpi Sport Valenza, come ricorda commosso uno di essi, Letterio Lo Galbo: «Era unico, lui ex-professionista si è dedicato a noi con grande umiltà, raccontandoci la sua esperienza. E’ stato un grande velocista, che ci ha lasciati in silenzio, in punta di pedali, ma ora sono sicuro che vorrà fare qualche volata anche lì dove è andato adesso».
Tornò poi a gareggiare e a vincere tra i cicloamatori, diventando anche il patron di una squadra, la Cicli Santangelo, che nello specifico settore ha dominato la scena per tanti anni. Sceso finalmente di sella, Alberto ha poi trasmesso la sua passione per la bici al figlio Alessio, che ha gareggiato con buoni risultati fino al 2013, cogliendo anche un titolo regionale Juniores e tre belle vittorie tra gli Under 23. Per espressa volontà del defunto, i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.
da La Stampa – edizione di Alessandria
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