TOKYO2020. LA CERIMONIA DI APERTURA È STATA UNA FATICA OLIMPICA, MA CHE FIGATA

TOKYO 2020 | 23/07/2021 | 21:12
di Giulia De Maio

Dopo la festa nazionale giapponese del Marine Day di ieri, non c'era data migliore dello Sports Day di oggi per dare il via alla 32a edizione dei Giochi Olimpici moderni. Per celebrarlo sveglia presto per prendere posto davanti agli uffici del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) di prim'ora per accaparrarmi un biglietto per assistere dal vivo alla cerimonia di apertura. Missione compiuta dopo due ore abbondanti di fila in compagnia dei fotografi Luca Bettini e Stefano Sirotti (con me nella foto con gli ambitissimi ticket e le mascotte di olimpiade e paralimpiade). Giornata infinita, visto che mentre scrivo qui in Giappone l'orologio indica le 4.15 del mattino, ma ne è valsa la pena.


Non potevo perdermi sfilare la squadra italiana capitanata, per la prima volta nella storia, da un ciclista. Elia Viviani era il miglior portabandiera possibile, come mi ha detto Bradley Wiggins, che casualmente ho trovato sulla navetta stampa con cui questa sera ho raggiunto il Tokyo Olympic Stadium. Sì lo so, sono una ragazza fortunata.


L'emozione di esserci è stata forte, soprattutto quando nel centro dello stadio sono stati composti i cinque cerchi e abbagliata da luci e fuochi d'artificio mi sono resa conto che "è tutto vero": sono ai miei primi Giochi Olimpici. Prima di festeggiare gli azzurri e incitare Elia con i colleghi italiani presenti, è stato abbastanza imbarazzante sentire le voci di protesta di un centinaio di manifestanti fuori dallo stadio che hanno rotto il momento di silenzio che c'era all'interno per le vittime del covid dell'ultimo anno. Stranissimo e parecchio triste anche lo stadio semivuoto. Ad applaudire i circa 6.000 atleti presenti c'erano un migliaio di invitati e addetti ai lavori, oltre a 2.000 giornalisti e 1.500 tv. Per darvi l'idea di quanti pochi accessi siano stati autorizzati allo stadio, tra coloro che non hanno ricevuto un biglietto c'erano i presidenti federali di FCI e FITAV che non hanno potuto ammirare dal vivo gli alfieri che per la prima volta hanno messo un ciclista e una tiratrice (Jessica Rossi) davanti a tutti.

Da pelle d'oca sentire risuonare Imagine dalla voce di famosi cantanti rappresentanti dei vari continenti mentre un mondo illuminato si alzava sulle nostre teste e si accendevano tutti gli impianti che da domani ospiteranno i Giochi più attesi della storia. Belle le parole della presidentessa del comitato organizzatore Seiko Ashimoto, ex pattinatrice ed ex ciclista su pista, e del presidente del CIO Thomas Bach, felice di essere riuscito finalmente a riunire i migliori atleti in rappresentanza di 205 paesi oltre al team dei rifugiati, simbolo di speranza e resistenza a ogni tipo di guerra. “Insieme siamo più forti, i Giochi Olimpici riuniscono il mondo”.

Sul finale da medaglia d'oro l'esibizione dei tre performers che hanno dato vita alle 50 discipline incarnandone i pittogrammi simbolo. La pallavolista azzurra Paola Egonu ha portato la bandiera con i cinque cerchi regalando un altro momento da protagonista all'Italia Team, mentre la tennista Naomi Osaka ha acceso il braciere olimpico dopo che la fiaccola è passata tra le mani di grandi campioni del passato e del presente, ma anche di un dottore e un'infermiera che negli ultimi mesi hanno lavorato in prima linea per combattere il covid-19, che anche oggi ha fatto tremare il villaggio olimpico. Il tedesco Simon Geschke è out perchè risultato positivo al coronavirus, Alejandro Valverde e compagni spagnoli hanno rischiato grosso perchè contatti stretti di un massaggiatore che ha fallito l'ultimo test.

L'imperatore del Giappone Naruhito ha dichiarato ufficialmente aperte le Olimpiadi di Tokyo 2020. Domani si inizia e il ciclismo sarà subito protagonista con la prova in linea maschile. Tra meno di tre ore risuonerà la sveglia, sono stanca ma felice. 

 

Leggi le puntate precedenti:

Mi sono venuti cinque cerchi alla testa

Benvenuti in Giappone, tra scartoffie e sorrisi

I miei primi Giochi non sono un gioco, ma che gioia!

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