Amareggiato, indignato, si sente offeso Francesco Chiuchiolo ideatore e fondatore della pagina social “Giustizia per Giovanni-Sicurezza per tutti” dopo la decisione del Gip di Alessandria di accogliere la richiesta di archiviazione del pm in merito alla morte di Giovanni Iannelli.
“Ma come si fa a negare in questo caso il processo unica sede deputata al contradditorio tra le parti, che finora non c’è stato e la cui celebrazione sarebbe nell’interesse di tutti coloro che sono nel ciclismo e che lo praticano? La difesa della controparte ha parlato di eccesso mediatico sul caso, ma questo è servito a tenere accese le luci su questa vera e propria vergogna nazionale che altrimenti sarebbe già stata archiviata da tempo. Il ciclismo hanno scritto i giudici è uno sport pericoloso per sua natura, ci pensino allora quei genitori che magari lo consigliano ai propri figli. Mi preoccupa poi il silenzio assordante delle istituzioni del ciclismo, di molti di quelli che a parole si vantano di appartenere alla famiglia del ciclismo”.
Quali iniziative a questo punto intendete prendere?
“Puntare a riaprire le indagini compito questo degli avvocati della famiglia Iannelli, e sollecitare una mobilitazione generale che coinvolga tutti coloro che sono nel ciclismo, dirigenti nazionali e regionali, tecnici, corridori, organizzatori con l’invio di richieste alla Procura della Repubblica di Alessandria. Personalmente – dice Francesco Chiuchiolo – sono deciso anche a un gesto estremo, quello di incatenarmi presso il Tribunale alessandrino, non è possibile che questa vicenda finisca così e non lo sarà”.
Ci sarà la solidarietà che richiedete?
“Sono presidente di una società ed organizzatore. Il messaggio che è passato che il ciclismo è uno sport pericoloso non è un’attenuante ma una aggravante, significa che gli organizzatori devono essere attenti e scrupolosi per la sicurezza delle gare, cosa non fatta da quegli della gara incriminata di Molino dei Torti, come dimostrato da foto, video e testimonianze. Come organizzatore scrupoloso, mi reputo offeso dalla decisione del Gip, in quanto si è fatto passare anche il messaggio che si può rischiare la vita dei corridori, tanto poi non ci sono conseguenze. Celebrare il processo deve essere un’esigenza sentita da tutti gli addetti ai lavori, per accertare anche in un’aula del tribunale che quel giorno ci sono state carenze, così da adottare i necessari provvedimenti. Lancio dunque un appello affinché tutti i soggetti citati compreso i nuovi vertici della Federciclismo, facciano immediatamente pervenire alla Procura della Repubblica di Alessandria, una richiesta scritta per riaprire le indagini e la celebrazione di un processo. Se non lo faranno – conclude Chiuchiolo – ritengo che purtroppo il ciclismo, questo ciclismo, non abbia più un seguito”.