A volte si dice che il talento lo si ha nel dna e questo è proprio il caso di Marika Savoldelli, figlia di Paolo, ex professionista e vincitore di due Giri d’Italia. A differenza del padre, però, Marika ha scelto un’altra strada: lo snowboard cross, una disciplina affascinante e adrenalinica che richiede coraggio e sangue freddo, caratteristiche che ha di certo ereditato dal “Falco” che in discesa non andava certo piano, anzi dava una lezione a tutti quanti.
«Mio padre mi dice sempre che devo avere veramente coraggio per fare questa disciplina, ma dopo tutto l’ho ereditato da lui, mi piacciono la competizione e la velocità, se fossi stata una ciclista di sicuro avrei fatto la funambola».
Marika, classe 2003, è tesserata per la Scalve Boarder Team e fin da bambina ha capito che la neve era il suo habitat naturale, si è formata sulle piste di Colere e passo dopo passo si è migliorata sempre di più gareggiando anche a livello internazionale. In Italia è una delle atlete più forti della categoria junior, l’anno scorso si è aggiudicata la coppa Italia giovani, ma il suo terreno di sfida preferito è quello internazionale dove, indossando la casacca del “Comitato alpi centrali”, può vedersela con le talentuose ragazze di tutto il mondo. Nel 2020, dopo la prestigiosa convocazione alle Olimpiadi giovanili, aveva già centrato due podi nel circuito europeo, ma quest’anno negli ultimi giorni di gennaio è arrivato il colpaccio con un’emozionante vittoria in Francia ad Isola 2000 nel circuito Fis junior.
La figlia del Falco ha scelto lo snowboard, ma la bici fa inevitabilmente parte della sua vita, compagna ideale dei mesi estivi e per le scampagnate, ma soprattutto per un’adeguata preparazione fisica in vista dei grandi appuntamenti. Un dovere, ma anche una parte del suo cuore trasmessale da suo padre fin da quando ero bambina.
«In casa mia la bici è sempre stata in qualche modo presente - racconta Marika -: mi ricordo quando andavo a vedere mio papà correre, ero piccolissima e mi affascinava tutta la gente che stava intorno alla corsa, la carovana colorata, ma soprattutto il pubblico. Lui era spesso via da casa, era strano vederlo di ritorno, un proseguimento di un racconto che avevo solo io, soprattutto quando era un po’ abbattuto perché si era fatto male o le cose non erano andate come voleva».
Marika ha vissuto in prima persona quei giorni, è rimasta affascinata dalla due ruote, ma ha anche capito la fatica e i sacrifici che ci sono dietro. Da bambina amava pedalare con suo padre su e giù per le valli della Bergamasca, un amore a cui non può rinunciare ma che ha deciso di coltivare in un altro modo.
Anche il calendario dello snowboard è stato stravolto dalla pandemia, la “baby Falco” non si pone dei limiti e non ha di certo paura, non per nulla i suoi punti di riferimento sono Sofia Goggia e soprattutto Michela Moioli. Ha solo 18 anni, è giovanissima ma, se buon sangue non mente, prepariamoci a sentire molto parlare di lei. Quando non si allena sulla neve studia e pedala, non può proprio fare a meno di far scappare l’occhio su qualche corsa in televisione. Dopo tutto ciclismo e sport invernali non sono così distanti tra loro, ne è un chiaro esempio Primoz Roglic e quando le parliamo di lui la risposta di Marika è immediata: «Chissà forse nel mio futuro posso ancora diventare una ciclista, mai dire mai; diciamolo è uno sport durissimo, ma sicuramente proseguirei la tradizione di famiglia».
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