Si è chiuso un anno difficile per Andrea Garosio, scalatore bresciano di Cologne, dal 2021 sarà alla Bardiani CSF Faizanè. Durante la stagione un infortunio alla spalla e il Covid, tanto per non farsi mancare nulla. Due stagioni, quelle precedenti, piuttosto complesse in cui ha convissuto con la precarietà del corridore che deve guadagnarsi il posto per l'anno seguente. Una situazione che non permette ai corridori di vivere nel migliore dei mondi la professione.
«Più che a rilanciarmi vorrei finalmente dimostrare che sono un buon corridore e magari vincere, gare singole o brevi corse a tappe. - afferma il ciclista - Questi 2 anni così difficili mi hanno insegnato che quando tutto va male si deve trovare la forza di reagire all'insorgere dei problemi. Inoltre più che contare sull'ambiente del ciclismo devi fare affidamento sulla famiglia ed essere focalizzato su nuovi obiettivi. Insomma non si deve smettere di credere in se stessi».
Quali i momento più difficili?
«Lo scorso inverno ho faticato a trovare squadra. Avevo una conferma sulla parola, ma nel Team Bahrain ci sono stati dei cambiamenti e tutto è cambiato. Poi sono ripartito con fiducia alla Vini Zabù, ma dopo aver avuto il Coronavirus ho avuto paura della conseguenze. Non mi sentivo bene e qualcosa non andava, il recupero era diverso. A maggio è stato il momento più duro. Avrei dovuto correre il Giro e invece... Affrontare l'infortunio è stato relativamente più semplice perchè avevo già firmato anche se dovevo guardare gli altri correre ed è sempre difficile».
La tua è una carriera ancora giovane, ma hai già vissuto momenti duri. Cosa ti sentiresti di dire ai giovani che spesso vedono da fuori questo ambiente?
«In questo ciclismo si deve essere sempre al 100% in tutto. Sono anni difficili per noi e per i giovani perchè il livello è sempre più alto e le opportunità minori. Bisogna essere concentrati sulla professione perchè in certi momenti le cose vanno male e si deve essere in grado di reagire
Quali miglioramenti hai apportato con l'esperienza?
«Ho iniziato solo ora a conoscermi. Quindi so cosa mangiare e cosa mi fa male. Ho imparato a non sentirmi obbligato nel sostenere certi allenamenti se sono stanco. Inoltre al mio fianco c'è una persona che mi supporta molto, Marino Rosti, che mi aiuta in un percorso mentale che mi ha cambiato nel concepire e nel vedere le cose. Alcuni sottovalutano questo aspetto, per me è stato invece un percorso importante».
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