Il ventiduenne portoghese João Almeida ha ripercorso i momenti più intensi del suo indimenticabile Giro d'Italia e spiega come quell'esperienza lo abbia aiutato a migliorarsi. Questo è un percorso a ritroso nella memoria di un giovane che, al suo esordio nel World Tour, è stato autore di una grande impresa.
“All'inizio della stagione non avrei dovuto fare il Giro d'Italia e ho scoperto della mia partecipazione solo due mesi prima della gara, quando la stagione era già ricominciata. Non nascondo che in quel momento ero in buone condizioni, come confermano i miei podi alla Vuelta a Burgos e al Giro dell'Emilia, ma non avevo aspettative per il Giro”.
Il giovanissimo Almeida voleva fare bene ma di certo non immagina di vivere un Giro d’Italia da protagonista, con la maglia rosa di leader sulle sue spalle. Almeida è andato subito forte e nella cronometro iniziale di Palermo, è arrivato secondo alle spalle di Ganna.
“Alla partenza della corsa ero abbastanza fiducioso e motivato, ma mai nei miei sogni più sfrenati mi sarei immaginato di salire sul podio nella mia prima tappa di un grande Giro. Arrivare secondo nella cronometro individuale di Palermo è stato pazzesco, con così tanti cronomen in gara, ma quella corsa mi ha fatto mettere le ali e mi ha fatto pensare che avrei potuto conquistare la maglia rosa in un paio di giorni, sapendo che Ganna non era uno scalatore”.
La maglia rosa per l’ecuadoriano è arrivata poco dopo e sul vulcano siciliano, l’Etna, il giovane della Deceuninck-Quick Step ha realizzato un altro sogno: diventare leader della corsa italiana.
“È successo solo 48 ore dopo, sull'Etna, dopo una giornata dura con molta pioggia e vento, ma ne è valsa la pena. La squadra è stata fantastica, ho dato tutto per provare a prendere la maglia e quando ho saputo di esserci riuscito sono rimasto sbalordito, non potevo crederci. Da quel momento in poi ho vissuto 15 giorni sorprendenti al comando alla classifica generale e posso dire che ogni singolo giorno che ho avuto quella maglia iconica sulle spalle ho sentito un enorme aumento di fiducia, motivazione e responsabilità”.
Almeida è un talento che si sta mostrando al mondo: cresciuto nella squadra di Axel Merckx, al suo esordio nel World Tour ha fatto vedere le sue doti sia a cronometro che in salita.
“Una delle mie giornate migliori è stata a Piancavallo, dove mi sentivo incredibilmente forte e sono salito senza fatica, mantenendo la maglia rosa mentre concludevamo la seconda settimana. Purtroppo ho perso la leadership un paio di giorni dopo, sullo Stelvio, un'altra tappa che non dimenticherò mai, ma non perché fossi debole, ma perché gli altri erano più forti. Mi sono svuotato in quella frazione, è stata un po’ troppo lunga e dura, soprattutto perché è arrivata dopo diversi giorni impegnativi che mi hanno davvero messo a dura prova”.
Il Giro d’Italia è stato duro e non ha regalato niente a nessuno. Tanti favoriti al via non hanno comfermato le aspettative e Almeida si è fatto strada tra i più forti. Il ventiduenne portoghese al suo esordio in un grande giro ha stupito, ma nel finale ha dovuto cedere la maglia rosa a Kelderman, che però non sarebbe poi stato il vincitore finale.
“Malgrado questo, ho continuato a lottare e sono riuscito a finire la corsa al quarto posto assoluto, un enorme risultato per la mia prima partecipazione a un grande Giro. Ero felice e orgoglioso a Milano, dove sono stato raggiunto dalla mia famiglia, sentivo che questo viaggio di tre settimane mi aveva aiutato a migliorare molto mentalmente, facendomi diventare molto più forte. Mi sono sentito anche un privilegiato, per aver vissuto questa incredibile avventura insieme ad una squadra eccezionale, un grande gruppo di ragazzi che si sono battuti per me e hanno contribuito ai miei indimenticabili 15 giorni consecutivi in maglia rosa”.
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