Le incertezze e i condizionamenti derivanti dalla pandemia non hanno impedito a Chiara Sacchi, giovane pavese residente a Trivolzio che il 25 novembre ha spento sedici candeline, di togliersi soddisfazioni su strada, pista, nella specialità del ciclocross ed anche sfidando il cronometro.
Tesserata per la Società Ciclistica Cesano Maderno del presidente Giuseppe Fontana, Chiara ha conquistato l’ottavo posto nel campionato italiano della cronometro individuale e – con le compagne Torres, Locatelli e Riva – ha concluso la cronosquadre tricolore di Treviglio facendo registrare il sesto tempo oltre ad essere salita sul podio a Rodigo (sempre gara a cronometro, ndr). Nel suo ruolino figurano anche la vittoria nella classifica finale del Trofeo Lombardia di ciclocross, il 5° posto al campionato regionale sempre nel ciclocross e la partecipazione ai campionati italiani su pista di San Giovanni al Natisone in provincia di Udine.
«Sono soddisfatta, credo di poter dare un 7 a questa mia annata – confida a tuttobiciweb Sacchi – Ovviamente avrei preferito che si potesse correre una stagione normale, sono convinta che avrei potuto mettermi maggiormente in mostra e regalare qualche soddisfazione in più ai dirigenti del Cesano Maderno che mi hanno accolto benissimo e si sono impegnati al massimo senza mai far mancare nulla a me e alle mie compagne».
Il momento più bello del tuo 2020 in bici?
«Sicuramente il campionato italiano crono individuale. Quella di Cerbara è stata la prima vera trasferta della stagione, sono stata felice di averla fatta e di aver conquistato l’ottavo posto. Un risultato bellissimo, soprattutto perché inatteso».
Chiara ha iniziato a pedalare da giovanissima seguendo i fratelli Matteo e Pietro: «Ho cominciato con le batterie di promozione giovanile a quattro o cinque anni. Da G1 la prima gara ufficiale, ero tesserata per la Dornese e alternavo la MTB alla strada. Prima di approdare a Cesano Maderno ho corso anche per Cicli Destro, Enjoy Bike e Busto Garolfo».
La ragazza, classe 2004, ama mettersi alla prova su vari terreni: «Ho capito che la multidisciplinarietà è importante. Da ogni specialità si impara qualche cosa di importante che serve per crescere. Per correre su strada e su pista ci vuole più testa, è una questione più di tattica; nel ciclocross e nella MTB penso siano importanti la preparazione fisica e la tecnica».
Fai una tua classifica di gradimento delle specialità che hai citato.
«Al primo posto metto le gare su strada, seconda posizione per il cross di cui amo in particolar modo l’atmosfera e l’ambiente, seguono la pista e la mountainbike».
Che tipo di atleta sei?
«Non so definirmi con precisione. Fino allo scorso anno mi sentivo una velocista, in questa stagione sono migliorata tanto a cronometro. Ora l’obiettivo è lavorare per fare passi avanti su tutti i terreni ed essere una ciclista completa».
Ci sono delle atlete Élite a cui ti ispiri?
«Ho sempre ammirato Marianne Vos e tra le italiane mi ispiro a Letizia Paternoster».
Cosa ti piace fare quando non pedali?
«Tra la bici e gli studi al Liceo Scientifico non ho molto tempo libero ma quando posso esco con gli amici».
Hai un film preferito?
«Amo il genere horror, se devo scegliere un titolo dico IT».
Musica?
«Prevalentemente pop, italiana e straniera».
Torniamo al ciclismo e diamo uno sguardo al futuro.
«Il prossimo anno passerò Junior. Il cambio di categoria sarà certamente duro, i ritmi e le difficoltà aumenteranno soprattutto quando si correrà nelle gare con le Élite. Per ora non mi va di pensarci troppo, mi godo un po’ di tranquillità; quando sarà il momento mi impegnerò al massimo come ho sempre fatto».
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