Sarà il giorno della verità, 36,2 chilometri di passione verso la vittoria finale. Sarà la guerra personale tra Roglič e Pogačar e quei 57 secondi che separano i due sloveni. Roglič è pronto, solo il tempo di riordinare i pensieri e trovare la giusta concentrazione e la voglia di correre presto oggi.
“Non so se cambierò la bici durante la gara. Lo deciderò all’ultimo minuto dopo la ricognizione”. Sarà una cronoscalta fino a La Planche des Belles Filles con 1037 metri di dislivello e una pendenza superiore al 12%.
“Ho davvero fatto molte prove a cronometro nelle corse a tappe. Ho sia molte esperienze positive che negative. Mi sento bene per oggi, sto bene e non vedo l'ora di andare in gara. Farò del mio meglio per vedere cosa rappresenterà questo risultato, ma vedremo”.
In ammiraglia a seguire lo sloveno non ci sarà il suo direttore sportivo Zeeman, perché espulso dalla corsa, dopo che aveva discusso con un addetto ai controlli bici dell’UCI.
“Non siamo soddisfatti. Non è una situazione molto piacevole per noi. Ho scoperto dell'esclusione di Merijn Zeeman solo ieri sera dopo la tappa, è stata una grande sorpresa per tutti noi. Non ero presente al controllo della mia bici e non so cosa sia successo, quindi è difficile dire di più su questo. Non è piacevole per noi perchè ma non potrà più essere c in gara”.
Nella frazione di ieri, la diciannovesima, Roglič non si è esposto, ha preferito rimanere al riparo con i suoi compagni. “Non era una tappa dove dovevamo fare qualcosa. La squadra ha lavorato come sempre benissimo e io sono molto soddisfatto e aspetto di vedere cosa succederà oggi”.
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