Caro direttore,
mentre devo doverosamente segnalare una decisa ripresa del tono e del ritmo in sede di telecronaca Rai, restituendo a Pancani e a Saligari qualcosa di quanto gli avevo tolto giorni fa (a Genovesi no, non restituisco un bel niente: continua imperterrito a smarronare le popolazioni), con lo stesso senso del dovere e della giustizia non posso più tacere sul settore “Studio” delle dirette dal Tour.
Non voglio farla lunga, non ho molto da dire e da commentare, se non riassumere tutto quanto in una proposta accorata, un autentico appello nazionale: per pietà, chiudete questa roba.
Mi ritrovo a un tale estremo di esasperazione nel momento in cui, dopo la nuova volata di Bennett, mi infliggono un servizio sul giro del mondo in barca a vela, o una cosa del genere, lanciato dall'ingessatissimo Antonello Orlando come se stesse lanciando un gioco a premi, o una sottoscrizione Telethon, o un quiz de “L'Eredità”.
Ovviamente ricordo poco dell'imperdibile servizio, ero troppo tramortito, ricordo soltanto un tizio che spiegava come il vento sia fastidioso per i ciclisti (notare l'aggancio al Tour) mentre sia vitale per le barche. Decisamente ragguardevole il suo linguaggio, per la serie la semplicità è un sublime punto d'arrivo: “E' una differente gestione dello stesso evento atmosferico”.
Poi chiaramente ho spento tutto e sono fuggito ululando. E' per questo che adesso sono qui a lanciare l'appello: chiudetelo. Chiudete quello studio, una volta per tutte. E' triste, ha due dita di muffa, ti lascia con l'impellente speranza che ad un certo punto facciano irruzione Alberto Manzi e il Mago Zurlì per portare un po' di modernità.
Sarebbe affascinante scoprire chi e come abbia pensato a questa cosa, nel 2020. Ma credo che come sempre, alla fine, non lo sapremo mai. Da quelle parti, i meriti hanno mille padri, mentre le colpe non hanno neppure una madre.
Ovviamente non ho alcuna fiducia che qualcuno si prenderà la briga di adottare l'unica modifica possibile, la chiusura. Figuriamoci se ci arrivano. Ma nel caso, vediamo di lavorare bene fino in fondo: buttiamo via la chiave.