Nacque in riva all’Arno nella piccola borgata di Camaioni nel comune di Carmignano, il 1° settembre 1940, quando erano poco più di un centinaio gli abitanti di quella frazione. Oggi Franco Bitossi taglia un altro traguardo quello degli 80 anni ed allora tanti auguri anche da parte nostra in aggiunta ai molti altri che riceverà questo grande campione del pedale. Il suo palmeras: 171 vittorie, 18 anni da professionista, primo sul traguardo di tante classiche e quel 2° posto al mondiale di Gap nel 1972 che sembrava “già vinto”. La storia del suo “Cuore Matto” colpa di una tachicardia che a volte lo costringeva a fermarsi, ha fatto scrivere tantissimo. Una carriera esemplare, uno dei più grandi campioni della sua epoca. Eccezionale per doti intuitive e visione tattica in corsa, forte in salita, sul piano ed in volata, solo a cronometro non riusciva a brillare. Oggi è un ottimo giocatore di bocce vincitore anche di un titolo italiano Over 60.
I suoi flash degli 80 anni trascorsi, quello di Gap. “Sì, sul quel rettilineo in leggera salita che non finiva mai, feci qualche errore, usando il cambio, tagliando la strada da sinistra a destra, poi fui preso dal panico vedendo gli inseguitori sempre più vicini”.
La prima vittoria nei 18 anni da professionista. “A Termoli in Abruzzo, in una semitappa della Tre Giorni del Sud me lo ricordo come fosse oggi”.
Che storia quella del cuore ballerino. “Furono soprattutto tre anni difficili poi grazie anche al dott. Giovanni Falai la situazione migliorò. Ricordo il poker di successi al Giro d’Italia del 1964, con la tappa memorabile di San Pellegrino Terme”.
Una curiosità. “Qualche giorno fa si è svolto il Giro dell’Emilia che vinsi due volte. Fu quella la mia prima corsa da professionista nel 1961, giunsi 14° e questa gara è stata anche l’ultima nell'ottobre del 1978”.
Un ricordo pratese. “E’ bellissimo perché sono i tanti anni trascorsi nella Filotex di Viaccia, una vera famiglia, eravamo uniti e compatti. Fu quello uno dei momenti più belli nella storia del ciclismo italiano”.
Alfredo Martini diceva che era ben visto da tutti. “In effetti di amici ne ho tanti nel ciclismo come fuori, e naturalmente non solo toscani. Tra gli atleti stranieri l’amicizia che mi lega a Eddy Merckx, immenso campione del pedale che qualche volta ho anche battuto. E con Merckx chiusi la carriera al Giro dell’Emilia”.
Ha lasciato il ciclismo ma cosa fa Bitossi a 80 anni? “Ho anche provato anni addietro come direttore sportivo tra i dilettanti, poi arrivò la passione per i campi, per gli ulivi e per i vigneti e sono stati anni belli anche quelli”.
E sul ciclismo di oggi quale il suo pensiero? “Questa è una stagione anomala, un calendario gare rivoluzionato. Ho ammirato Nizzolo nelle ultime sue vittorie nel tricolore e nell’Europeo. Noi toscani abbiamo Alberto Bettiol da seguire con interesse, un bel corridore altrimenti non si vince il Giro delle Fiandre”.
Ricordi: da quella borgata quando Franco attraversava l’Arno in barca per andare a lavorare nella ceramica di Montelupo ed allenarsi. Comincia da allora il racconto di una vita, e pedala, pedala eccolo a 80 anni.
I SUOI SUCCESSI – HA VINTO 171 CORSE
Tra le vittorie di Bitossi due Giri di Lombardia e due Gp di Zurigo, la Milano-Torino, i Giri del Lazio, Campania, Emilia, Puglia, Veneto, Romagna, Toscana, Coppa Sabatini a Peccioli, Agostoni e Bernocchi, il Gp di Camaiore, i Trofei di Laigueglia e Matteotti. Cinque i 5 titoli italiani, due nel ciclocross e tre su strada, nel 1970, nel ’71 e ’76; la Tirreno-Adriatico, il Giro di Svizzera, il Giro di Catalogna, e per chiudere 21 tappe al Giro d’Italia e 4 al Tour de France.