«Sono caduto a causa di un tifoso che voleva fare una foto. Andavamo a 50 all'ora e sopra mi sono caduti 20 corridori. Sono ripartito dolorante e una volta giunto al bus ho preso coraggio guardandomi allo specchio. Dal gomito vedevo le placche in titanio e non sono riuscito a trattenere le lacrime. Ho deciso di andare avanti a meno che non sia la febbre a fermarmi». Domenico Pozzovivo racconta in questo modo la sua sofferenza al Tour de France. Per farlo sceglie il salotto dell'amico LelloFerrara 3.0 con un collegamento web seguitissimo.
«Il medico del team mi ha aiutato, ripulendo la ferita e applicando i punti. Prendo antibiotici 2 volte al giorno. Il problema è che la notte faccio fatica a dormire. Soprattutto la prima notte mi svegliavo 20 volte. E' ovvio che il mattino parti già con un handicap. Poi ci sono le medicazioni ed è come andare stuzzicare di nuovo la ferita. Quando sali in sella la pelle non è elastica e senti che tira dappertutto».
Pozzo prosegue nel suo racconto parlando della tappa di ieri. «Siamo partiti e andava relativamente bene. Praticamente guido la bici con fatica e l'assetto non è ideale. Durante la tappa è cambiato il meteo ed ho sofferto. Fortunatamente la frazione non era nervosa, tranne il finale, dove sono rimasto in coda. Ho evitato una caduta saltando su un marciapiede con un braccio solo. In hotel ho dovuto fare la parte di osteopatia e poi il massaggio normale. Prima di andare a letto nuovamente medicazioni».
Il lucano non è certo tipo da arrendersi. « Sono arrivato al Tour con una condizione migliore di quello che pensavo. Non mollo perchè mi sono preparato con scrupolo, andando più volte in altura e facendo enormi sacrifici per rientrare. Voglio finire la gara e spero nella seconda e terza settimana per cercare qualche soddisfazione personale».
Un augurio sincero di pronta guarigione è arrivato da Alberto Bettiol: «Faccio i complimenti a Pozzo per la tenacia. Non so dove trovi quella grinta. Speriamo si riprenda presto».