Allora capiamoci, con calma, con assoluta tranquillità, perché quando le cose sono serie non è mai il caso di alzare i toni: è sufficiente alzare il velo. Nella mia lettera aperta a Mario Cipollini sui fatti del Lombardia avevo allargato il tiro chiamando in causa non solo Rcs Sport, ma tutte le componenti: squadre, corridori e Commissione tecnica. L’avevo buttata lì, consapevole e convinto di quanto stavo sostenendo. Mario da velocista quale è non solo ha preso la mia ruota, ma mi ha passato a doppia velocità chiamando in causa il presidente di questa fantomatica Commissione: Paolo Bettini. Ieri la risposta del campione toscano, due volte iridato e oro di Atene: «Io è anni che ho rassegnato le dimissioni, con quella commissione non c’entro assolutamente niente».
Bene, cioè male. Molto male ragazzi. Qui si sta scherzando con il fuoco, con la sicurezza delle corse e la salute e l’incolumità dei ragazzi. Questa Commissione è nata per verificare i percorsi, come ente terzo, per verificarne le criticità e per fare in modo che le corse si svolgano nella sicurezza più totale. Non è una allegra brigata di amici che va in gita, o almeno non dovrebbe esserlo.
Cipollini alza i toni, perde le staffe, attacca il mondo, ma davanti a queste cose dobbiamo solo e soltanto chiedergli scusa. C’è una Commissione che da anni non ha il presidente. C’è una Commissione che da anni firma verbali “per il presidente”. Con una battuta più che lugubre potremmo dire che “gioca con il morto”, ma così facendo rischiamo di giocare con il fuoco.
Ma non è tutto. Se questa fantomatica Commissione avesse avuto Paolo Bettini presidente sarebbe stato anche peggio. Perché Paolo – come lui stesso ha ricordato nel video – è voce tecnica della Rai e opinionista della Gazzetta dello Sport: altro che conflitto d’interesse. Invece Paolo ci dice che lui è due/tre anni che ha rassegnato le dimissioni. Bene, cioè male. Però se si da una scorsa ai componenti della commissione, troviamo i nomi di Mario Chiesa (nulla da dire, sulla serietà e sulla competenza), Fausto Ferrario (rientrato da poco e di assoluta esperienza e comprovate capacità), Andrea Negro (mi scuso, ma non lo conosco), Roberto Mauri (guida la vettura della Gazzetta che porta il leggendario Vito Mulazzani, “regulateur” per oltre 40 anni) e Oscar Pelliccioli, ex professionista, che io pensavo facesse parte della squadra cambioruote Shimano, ma lunedì sulla Gazzetta scopro che guidava la vettura dell’organizzazione e portava a bordo il presidente di giuria. Insomma ragazzi, su sei componenti, uno non c’è, e almeno due sono in chiaro e drammatico conflitto d’interessi.
Ma di cosa parliamo? Ci rendiamo conto della gravità di quanto sta accadendo? Ma se sabato a Remco Evenepoel fosse andata molto peggio di come è andata cosa saremmo a dire oggi? Davvero pensiamo di gestire in questo modo uno degli sport più popolari ma anche – purtroppo – più complicati e pericolosi che ci siano? Crediamo davvero che il cattivo sia sempre e solo Mario Cipollini che perde le staffe per questioni che se non fossero vere tutti noi penseremmo che trattasi di semplici bischerate da “amici miei”. Purtroppo qui c’è poco da ridere e da stare allegri. Per l’amore di questo sport invito tutti a fermarsi un attimo, a sedersi ad un tavolo e con assoluto senso di responsabilità fare un esame di coscienza e punto e a capo. Facciano finta di niente, ma sistemiamo queste cose una volta per tutte. Non all’italiana, perché ormai è risaputo e mi sembra evidente in più campi, che la nostra proverbiale e fantastica creatività e intelligenza è da un pezzo che non sta più in piedi, proprio come il ponte Morandi.
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