Ve ne avevamo già dato contezza: il Giro dovrebbe effettivamente partire da Palermo. Oggi anche l’ottimo Cosimo Cito su “La Repubblica” ha riportato questa nostra anticipazione arricchendola di qualche particolare molto interessante. Intanto lo scambio di Grandi Partenze o Grand Depart che si dica e si scriva: quest’anno Sicilia, il prossimo anno Ungheria come da programma iniziale pre-Covid 2020.
Breve crono iniziale – come anticipato (più defilata la possibilità della vicina Monreale) -, poi si tornerà al percorso originario con arrivi ad Agrigento, sull’Etna e a Villafranca Tirrena. «Palermo era un progetto certo per il 2021 – scrive Cito -, ma Sicilia e Ungheria si sono invertite l’onere e l’onore della Grande partenza».
Sarà la nona partenza sicula del Giro: la prima nel 1930 (Messina), l’ultima del 2008. «Nessun’altra città, Roma e Milano escluse, ha ospitato più Grandi partenze del Giro di Palermo», precisa Cito. «Con 2020 salirà a cinque. Da Palermo partirono lo storico Giro del 1949, quello della Cuneo-Pinerolo di Coppi, e poi quelli del 1954 (vittoria dello svizzero Clerici), del 1986 (Visentini) e del 2008 (Contador)».
La risalita della Penisola avrà anche i traguardi di Camigliatello Silano. Matera (nuovo inserimento questo, ed è possibile che la partenza del giorno successivo avvenga dai suggestivi Sassi), Brindisi e Vieste. In più l’Abruzzo vedrà raddoppiare i suoi traguardi, da uno a due. Come anticipato, il Giro-bis sarà presentato a fine mese on-line.
Sul tavolo restano i problemi di sempre, che sono i più ostici da superare. Al centro di tutto e sopra a tutto resta il “protocollo sanitario” da affrontare che prevede la quarantena obbligatoria per tutti in caso di nuovo positivo all’interno cdi squadra o staff. Un problema che sta cercando di superare il calcio, ma che al momento riguarda tutti. Il dibattito è aperto e sull’argomento è intervenuto ieri Walter Ricciardi, braccio destro del ministro della Salute Speranza e membro dell’Oms. «L’accorciamento del periodo di quarantena non è possibile, ma una strada alternativa si può trovare». In verità, la si deve trovare, perché altrimenti non si parte nemmeno. Ma di che parliamo?
Quindi occhio ai calendari: martedì l’Uci dovrebbe dare il suo via libera definitivo. La prossima settimana Mauro Vegni e il suo staff (come anticipato da tuttobiciweb) sarà ricevuto al Viminale e lì si avrà un quadro più chiaro. Sul tavolo le partenze e gli arrivi a porte aperte, la sistemazione logistica dei team e degli addetti ai lavori, i meccanismi di distanziamento sociale assai complicati da applicare al ciclismo. E poi partenze e arrivi delle tappe anticipate (si torna agli Anni Ottanta). Insomma, facile dire si riparte, ma qui c’è ancora da comprare le valigie. E il problema è anche quella di trovarle.