Di esperienza in cose ciclistiche Ivano Fanini ne ha sicuramente molta. Dal suo osservatorio privilegiato di Lunata, cosa pensa il patron della Amore&Vita Prodir del Giro d’Italia in autunno?
«Se l’UCI ha deciso di provare a far ripartire questa stagione, a mio avviso ormai già troppo compromessa per quanto sta accadendo nel mondo, non c’erano molte altre alternative. Il Tour de France è l’evento che comanda il ciclismo mondiale e chiaramente è stato privilegiato. Decisa la data del Tour, hanno cercato di “salvare il salvabile” ma con poco meno di tre mesi a disposizione per disputare quasi tutte le maggiori competizioni, non era semplice trovare una data alternativa. Sarà sicuramente curioso vedere cosa accadrà, perchè ci saranno atleti che per forza maggiore dovranno fare delle scelte anche dovute al fatto della sovrapposizione della corsa rosa con la maggior parte delle classiche monumento, quindi probabilmente si vedranno delle sorprese in termini di risultati e magari verranno fuori nomi nuovi».
Chi vede tra i più favoriti a giudicarsi il titolo?
«Senza dubbio Vincenzo Nibali sarà uno dei sicuri protagonisti al Giro, e magari ci arriverà con la maglia di Campione del Mondo. Lo Squalo ha la maturità e l’esperienza giusta per gestirsi al meglio in ogni circostanza e quando si mette un obbiettivo in testa difficilmente sbaglia. Quindi penso proprio a lui come probabile vincitore della corsa rosa».
In considerazione delle misure di restrizione finora adottate, ritiene che il Giro d’ Italia possa alimentare contagi pericolosi?
«Sicuramente i pericoli ci sono, e sono tanti. Però non sappiamo ancora come questo virus si svilupperà da qui all’estate. La situazione è veramente molto complessa ma possiamo solo aspettare. Ad ogni modo, se il virus dovesse rimanere in mezzo a noi ancora per molto tempo, non sarà facile evitare i contagi: allenarsi da soli è un conto, correre tutti insieme è un’altra storia…. Credo che infatti che lo sport in generale sia un potentissimo veicolo di contagio, e nello specifico il ciclismo, dove l’assembramento di persone è di routine, potrà esserlo ancor di più. La scelta più semplice e sicura per la salute, seppur drastica, era quella di chiudere subito la stagione (come hanno fatto altri sport) e ripartire nel 2021, e personalmente l’ho già ripetuto tante volte, nonostante sia parte interessata e quindi esposta a subire danni che forse saranno irreparabili. Per me la salute delle persone viene prima di tutto, ma i vertici del ciclismo hanno analizzato evidentemente che uno stop sarebbe stato impossibile e quindi mi adeguo e rispetto le loro scelte».
da ilcittadinomese.it
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