Per Riccardo Tomasoni, juniores lombardo in forza al Gruppo Ciclistico Feralpi, ciclismo significa soprattutto divertimento e passione. Una passione tramandata dal papà Fausto e dallo zio Giorgio: «Grazie a loro, che sono stati corridori fino alla categoria Dilettanti, ho imparato ad amare il ciclismo. Con loro ho iniziato a pedalare e a seguire le corse, quelle minori ma anche quelle dei Professionisti».
Nato il 26 settembre di diciassette anni fa a Manerbio, Tomasoni risiede a Cremona e con il Club Ciclistico Cremonese ha iniziato a pedalare su una bicicletta da corsa.
Ricordi la tua prima gara ufficiale?
«Certo: categoria “G1” a Dosimo. Mi sono divertito tanto, prima, durante e dopo la corsa. Al traguardo ho chiuso quinto».
Dopo un paio di stagioni con la compagine della sua città, Riccardo passa alla Polisportiva Madignanese. In maglia bianco-rossa, lo scorso anno, ha alzato le braccia al cielo a Canegrate e Treviglio; è giunto secondo a Corbetta, nel Milanese, e inanellato altri piazzamenti a Gaggio in Piano, Soliera e Busseto.
Come giudichi il tuo 2019?
«È stata una stagione ricca di emozioni forti. Sapevo che il secondo anno da Allievo sarebbe stato importante e mi auguravo di far bene ma, onestamente, l’annata è andata molto meglio di quanto mi aspettassi».
Che tipo di corridore sei?
«Sono un passista che ama attaccare (i suoi due successi sono arrivati al termine di due fughe, ndr) e mi piacciono anche le cronometro».
Un ciclista a cui ti ispiri.
«Fabian Cancellara».
La gara dei sogni.
«Il Giro delle Fiandre».
E nel calendario Juniores?
«Riuscire a conquistare la Coppa Dondeo, per me che abito all’ombra del Torrazzo, sarebbe magnifico.»
Segui altri sport oltre al ciclismo?
«Sì, il calcio: tifo per la Cremonese.»
Hai altri hobbies?
«I videogiochi e la pesca, inoltre, mi piace uscire con gli amici.»
Musica.
«Un po’ di tutto, non ho un genere preferito. Prima delle gare ascolto musica che mi carica».
Cibo preferito.
«Sushi».
Come ti sei allenato durante il periodo di lockdown?
«Principalmente pedalando sui rulli. Per fortuna ora ho ripreso gli allenamenti su strada».
Cosa hai provato il giorno della prima uscita?
«Gioia. Per ora sto pedalando solo in pianura: dovendo rimanere nei confini regionali non posso fare il mio percorso d’allenamento classico che, partendo da casa mi porta sui colli della provincia di Piacenza. Poco male, l’importante è potersi allenare e ripartire.»
Quali obiettivi per il tuo prossimo futuro?
«Dovrò fare esperienza e crescere. Spero di riuscire a togliermi qualche soddisfazione con la Feralpi, squadra in cui mi sono trovato subito bene, e mi auguro di poter mettermi alla prova in gare di livello internazionale, magari all’estero».
Un tuo sogno nel cassetto.
«Passare professionista. Se non dovessi farcela vorrei rimanere nel mondo del ciclismo come meccanico o allenatore».
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