Il ciclismo è fermo, come tutti gli altri sport, ma le cose del ciclismo sono tutt'altro che ferme. Mentre i corridori si allenano come possono (alcuni però in qualche angolo del mondo si allena come se nulla fosse) cercando di mantenere un'accettabile condizione di forma in attesa di una ripresa al momento senza data, i manager dei team professionistici sono impegnati a far di conto. E ad affrontare una situazione economica che rischia di rivelarsi molto pesante.
Il problema è semplice: pare che ci siano sponsor che hanno già comunicato ai loro team manager di non poter onorare pienamente il contratto a causa delle conseguenze dell'emergenza coronavirus. E se così fosse, le squadre non sarebbero a loro volta in grado di versare parte degli stipendi a corridori e personale. Ricordiamo che in Belgio la Circus Wanty e la Bingoal Wallonie hanno già fatto ricorso alla cassa integrazione...
In queste ore le call conference si susseguono freneticamente e molto attiva in questo senso è l'AIGCP, ovvero l'Associazione che riunisce le squadre. Ieri c'è stato un vertice con i team WorldTour, oggi una seconda puntata con i team Professional.
Naturalmente top secret gli argomenti, ma ci risulta che proprio le difficoltà economiche siano al centro del confronto. Le strade per una soluzione, però, sembrano obbligate: da una parte chiedere ai corridori un accordo sul taglio di stipendi e dall'altra chiedere all’UCI di ricorrere alla garanzia bancaria o di studiare una formula che in qualche modo dia un po' di sollievo alle squadre.
Un primo confronto con l'Uci sull'argomento è previsto per domani e potrebbe portare ad una richiesta ufficiale da parte dell'AIGCP. Poi la palla passerà ai corridori: sarà importante vedere se e come verrà chiesto loro un sacrificio e poi capire quale potrà essere la risposta, se si avvicinarà più al "si" pronunciato dai giocatori del Bayern o al netto "no" formulato da quelli del Barcellona.
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