Sarà un Giro del Belvedere all’insegna della tradizione quello che andrà in scena il lunedì di Pasquetta, 13 aprile 2020. Considerata una delle classiche di riferimento del calendario internazionale U23, la corsa trevigiana, in termini di percorso, manterrà anche quest’anno le caratteristiche che l’hanno resa celebre, con un tracciato pressoché invariato rispetto all’anno passato.
Saranno 166,2 i chilometri totali da affrontare. A caratterizzare l’82ª edizione del Giro del Belvedere sarà l’accorciamento dell’anello iniziale; si partirà come sempre da Villa di Cordignano (Treviso) e per 14 volte verrà affrontato un circuito di circa 10 chilometri, con la suggestiva scalata delle “Conche” (un chilometro al 5%, con pendenze massime al 9%), che storicamente è presa d’assalto dai tifosi lungo la strada.
Invariata invece la parte finale, garanzia di grande spettacolo. Verrà affrontato per due volte un circuito di 17,3 chilometri che prevede la salita verso Montaner dal versante di Borgo Canalet, lunga 1700 metri con pendenza media del 12% e punte al 18-20%, alla quale seguirà una brevissima discesa di 800 metri e poi lo strappo di Via delle Longhe, 500 metri al 12% e punta al 17%. Quindi giù a capofitto in discesa per 2,5 chilometri, prima di immettersi negli ultimi 6,5 chilometri pianeggianti del circuito, che porteranno i corridori verso il traguardo di Villa di Cordignano. In totale, verranno affrontati 1800 metri di dislivello, con 25 chilometri di salita ben distribuiti lungo il tracciato e che alla fine risulteranno decisivi.
“È un percorso degno di un Campionato del Mondo – spiega il responsabile del comitato organizzatore Gianfranco Carlet – né troppo semplice, né troppo duro, aperto a diversi protagonisti. Mi aspetto come sempre molti tifosi lungo le strade per applaudire i migliori U23 del mondo e lo spettacolo che ci regaleranno”.
Una delle peculiarità del percorso, infatti, è quella di essere completamente imprevedibile. Sul traguardo di Villa di Cordignano hanno vinto corridori veloci, come Sacha Modolo nel 2009, un cronoman come Stefan Küng nel 2013, e scalatori come Ivan Gotti nel 1990, senza dimenticare corridori completi come Andrea Vendrame e Samuele Battistella, a braccia alzate rispettivamente nel 2015 e 2019.
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