Per noi, popolo di Tuttobiciweb, la materia comune (minimo comune multiplo o massimo comune divisore?, tutti e due) è il ciclismo. In tutte le sue forme: urbano e montanaro, agonistico e turistico, avventuroso e sicuro, acrobatico e scolastico, fino al ciclismo nell’arte e nella letteratura. Due ruote (anche tre, anche quattro) perché la vita è una ruota (anche due, anche tre, anche quattro). E se il ciclismo è la materia comune, la bicicletta è la materia prima.
La verità vera è che la bicicletta è stata l’intuizione di Leonardo, l’idea di Von Drais, la folgorazione di Michaux. Le materie prime sono i doni che ci fa la Terra: nel caso della bicicletta, il ferro; e poi dal sale al pepe, dal cacao al tè, dal legno al carbone. “Le materie prime hanno influenzato l’intera storia umana – scrive Alessandro Giraudo in “Storie straordinarie delle materie prime” (add, 252 pagine, 16 euro) – e continuano ad avere un ruolo centrale negli equilibri tra le placche teutoniche dell’economia mondiale... Le materie prime hanno causato guerre, portato la pace, stimolato spedizioni in terre sconosciute, dato vita a incredibili operazioni di spionaggio, stabilito nuovi equilibri tra i Paesi e gli uomini”.
E anche, ancora, sempre nel ciclismo. Innanzitutto sul podio. L’oro: “Malleabile e duttile, è facile da conservare e il suo colore ricorda quello del sole. Per gli Egizi, l’oro era la carne del dio Ra; per gli Inca rappresentava le lacrime del sole... Numerose banche centrali hanno depositato le loro riserve alla Federal Reserve Bank di New York; oltre 6500 tonnellate di metallo giallo sono immagazzinate nei ‘caveux’ scavati nel granito sotto il livello del mare che circonda Manhattan”. Poi l’argento: “Dopo l’epoca di Dracone e Solone (640-558 a.C.), Atene sfrutta la scoperta di queste miniere, in cui trentamila schiavi lavorano in condizioni spaventose. Gli schiavi vengono comprati nei mercati che ogni mese si tengono ad Atene, a Corinto e sull’isola di Chio, ma soprattutto al mercato dell’isola di Delo, dove si scambiavano fino a diecimila poveri diavoli al giorno”.
I simboli dell’appartenenza, ma anche quelli del primato, sono le maglie e stanno nei loro colori. Il rosso: “Il rosso è il primo colore che i neonati imparano a riconoscere: la luce rossa presenta il maggiore intervallo di lunghezza d’onda e le sue vibrazioni hanno un effetto stimolante. Il rosso è simbolo dell’autorità, della fierezza, del duo dignità e riconoscenza, della passione e dell’amore, ma anche del sangue e delle rivoluzioni. Lo indossano militari, imperatori, capi religiosi, ‘femmes fatales’”. E il blu: “Il mondo greco e quello romano non lo amano, e a Roma si pensa che gli uomini e le donne dagli occhi azzurri portino sfortuna; soltanto i poveri e gli schiavi indossano abiti di questa tinta. I celti e i galli si dipingono il volto di blu prima della battaglia... Saranno le Crociate a rilanciare il blu, attraverso l’avallo di alcune corti principesche e soprattutto della Chiesa”.
Il ciclismo è mangia-e-bevi. Un bel caffè: “A metà del primo millennio a.C., le bacche di caffè, che crescono spontaneamente in Etiopia, vengono frantumate e impastate con grasso e sale... Per molto tempo, il caffè è considerato alla stregua di una medicina. Nell’XI secolo il celebre medico persiano Avicenna ne descrive gli effetti sul sistema digestivo e cardiovascolare... Il consumo di caffè si diffonde con il gran numero di pellegrini che ogni anno visitano la città santa della Mecca”. Se il caffè può trasformarsi in doping, l’urina può diventare un antidoping: “L’industria tessile e la pelletteria di tutto il mondo hanno utilizzato l’urina per trattare i tessuti e conciare il cuoio... La ‘medicina dei poveri’ faceva ricorso all’urina come disinfettante... Durante il Medioevo, in Scozia, speciali addetti percorrono le città proponendo ai passanti di ‘liberarsi’ dentro un apposito recipiente... Leonardo da Vinci suggeriva di costruire in ciascuna abitazione una scala a chiocciola, per impedire che gli abitanti e i loro ospiti orinassero sui pianerottoli”.
Ecco: una pedalata nella storia dell’umanità, tra frenate e accelerazioni, scatti e attacchi, rifornimenti e volate. Non tutte le materie arrivano prime.
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