Tra i seicento abitanti che vivono a Frinco, piccolo comune a soli 15 chilometri da Asti, Matilde Vitillo è già una piccola leggenda sportiva. Graziosa, gentile e simpaticissima, Matilde è la punta di diamante della Racconigi Cycling Team, società del Cuneese alla quale, quest'anno, ha regalato il titolo mondiale ed europeo nell'Inseguimento a squadre e il titolo Europea della Corsa a punti. Su strada, oltre a partecipare alla prova iridata di Harrogate (23sima, ndr), ha fatto valere le sue doti di passista vincendo la cronometro di Portogruaro, e la gara in linea di Sarteano, nel Senese.
Matilde, che insegue il diploma al Liceo Classico "Vittorio Alfieri" di Asti, divide la passione per la bici con i fratelli Tommaso (juniores), Nicolò (ex, ora direttore sportivo alla Madonna di Campagna) e la sorella Vittoria (G3 nel team Alba Bra). Per il suo debutto tra le Elite il prossimo anno rimarrà fedele ai colori della Racconigi presieduta da Giacomino Carrera.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Si sta diffondendo sempre di più in questi ultimi anni. E' uno sport che ti insegna a perdere».
A quale età hai cominciato a correre?
«Ho iniziato a 8 anni con la Teneroni di Asti, in sella ad una bici bianca e rosa con la scritta Giro d'Italia».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Felice Gimondi».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«No».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono permalosa, e talvolta porto rancore».
Altruista o egoista?
«Dipende per cosa e con chi».
Cosa leggi preferibilmente?
«Romanzi. la mia preferita è Anna Todd perchè ho letto tutta la saga di After».
Cosa apprezzi di più in un uomo?
«La galanteria, l'altruismo e la disponibilità».
Sei social?
«Si, Instagram più di altre piattaforme».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Darei più visibilità al ciclismo femminile».
Piatto preferito?
«Trofie al pesto».
Hobby?
«Mi piace viaggiare, con un occhio di riguardo alle grandi città».
La gara che vorresti vincere?
«Il Campionato del Mondo»
Televisione, cinema o teatro?
«Cinema. Film romantici e horror in particolare».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«Oggi si fanno condizionare troppo dalla tecnologia a tal punto da non vivere più le emozioni di una volta».
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