La Vuelta Burgos è costata caro a tanti corridori, anche di casa nostra. Vi abbiamo raccontato di Matteo Spreafico, oggi vi aggiorniamo sulle condizioni di Edward Ravasi che nella penultima tappa della corsa spagnola è finito a terra riportando vari traumi e la rottura del collo del femore sinistro.
«La caduta risale a un mese e una settimana fa, è stata una vera banalità, ma non lo sono le conseguenze che mi ha lasciato. Stavo rientrando in gruppo dopo un veloce stop per espletare un bisogno fisiologico e, visto il gran caldo, avevo colto l’occasione per prendere dall’ammiraglia un paio di borracce. Per afferrare la seconda ho tirato via la mano dal manubrio, in quel momento una folata di vento me lo ha girato e sono rovinato a terra. Ho cercato di rialzarmi ma il dolore continuava ad aumentare. Inizialmente pensavo di aver rotto spalla, invece il problema era alla gamba. A volte le cadute stupide fanno più danni dei finali convulsi in cui rischiamo moltissimo» sospira il 25enne varesino che è stato costretto a chiudere anticipatamente la stagione.
«Mi hanno operato la sera stessa a Burgos, mettendomi 3 viti che ormai fanno parte di me. Sono rimasto in ospedale due giorni, domenica sono ritornato in Italia. Sono passato da una vita “a tutta” al dover stare fermo. Al massimo mi spostavo dal letto al divano. Grazie alle stampelle ho ripreso a camminare e ad avere una vita quotidiana più indipendente. Non è stato facile, ma ho riposato e ricaricato le energie mentali in vista del prossimo anno, nel quale voglio dimostrare quanto non sono riuscito a fare in quest’annata molto sfortunata» racconta il portacolori della UAE Emirates, che si è consolato godendosi la casa nuova a Comerio (Va), nella quale convive da giugno con la fidanzata Martina.
Dopo 3 settimane dall’intervento, la prima lastra di controllo ha mostrato che l’osso si stava saldando bene, oggi è previsto un nuovo check medico per verificare se la frattura si è rimarginata del tutto. «Appena i medici mi hanno dato il via libera ho iniziato la riabilitazione con esercizi di fisioterapia, elastici e tecar per riattivare i muscoli. All’inizio mi sembrava di non averli più, ma nel giro di due settimane è già tutta un’altra storia. Alla fine della settimana scorsa sono risalito in bici, sui rulli. Per fare un’ora ce ne impiego una e mezza perché ogni quarto d’ora devo fermarmi per evitare infiammazioni, ma man mano sto incrementando i tempi. Incrociando le dita, il prossimo fine settimana potrei tornare su strada. Ho pensato molto al fatto di essermi fatto male quando stavo iniziando a pedalare forte, ma ormai è inutile piangere sul latte versato. È il momento di fare un bel “reset” e di iniziare a lavorare in vista del 2020 per regalare delle belle soddisfazioni a me stesso e alla squadra».
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