Michele Scarponi è stato ucciso a pochi giorni dal Giro d’Italia, si era allenato duramente ed era al top della condizione per lottare per la maglia rosa. Suo fratello Marco, a due anni e mezzo dall’impatto mortale che ha chiuso per sempre le ali dell’Aquila di Filottrano, sta percorrendo una corsa a tappe nel bel paese (altrettanto estenuante) per far conoscere a più persone possibili Gambe, il docufilm sulla violenza stradale e sulla speranza, dedicato a Michele e a tutti coloro che hanno perso la vita sulla strada.
Ieri sera la comunità ciclistica milanese lo ha accolto molto calorosamente a Made in Corvetto, nel primo giorno della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile nell'ambito di Milano Bike City. Il messaggio del docufilm realizzato da Fondazione Michele Scarponi con Subwaylab è chiaro ed esplicitato dal sottotitolo: «la strada è di tutti». Girato nella speranza di un futuro con più sicurezza sulle strade affinché dal sacrificio e dalla perdita di persone care scaturisca un progetto di mobilità a misura di bicicletta, Gambe è un atto di denuncia sulla pericolosità delle strade, di dominio delle auto, sulle quali si continua a morire nell’indifferenza generale.
«Iniziammo a filmare gli eventi organizzati a Filottrano, poi a muoverci, telecamera in spalla, su e giù per tutta l’Italia a intervistare corridori, giornalisti, familiari, forze dell’ordine, esperti, attivisti. Quello della sicurezza stradale è un tema vastissimo e il nostro Paese, come tanti altri, è talmente malato che chiunque tenti di studiarlo per poi proporre una terapia non saprebbe veramente da dove iniziare. Sentivo fortemente la necessità di mettere dei “paletti”, dei punti fermi. - ha commentato Marco Scarponi. - I numeri degli incidenti che coinvolgono i ciclisti e dei morti in bicicletta negli ultimi anni, evidenziano la mancanza di politiche urbanistiche adeguate. Dalla morte di Michele a oggi si sono sentite solo promesse di cambiamento, di revisione del codice della strada e di un adeguamento del sistema infrastrutturale, ma si sono visti pochi fatti».
Il film racconta gli eventi a distanza di un anno dalla morte di Michele confluiti nella nascita della Fondazione a lui dedicata. Le emozioni di chi gli è vissuto accanto, del territorio che lo ha visto crescere, di chi ha condiviso con lui le strade di tutta Italia. Raccoglie le testimonianze dei familiari di chi ha subito la stessa sorte, personaggi di spicco del mondo del ciclismo come il pluricampione del mondo Peter Sagan e altri corridori professionisti, il CT Davide Cassani, amici di Michele come Marina Romoli, Luca Panichi e il mister azzurro Roberto Mancini fino ad arrivare a esperti di mobilità, giornalisti, tecnici, esponenti della Polizia di Stato, ideatori di iniziative a due ruote che ci regalano un sorriso finale. Le parole dell’architetto e urbanista Matteo Dondé insieme alle immagini dei bambini che a Roma e a Milano con la bici vanno a scuola accompagnati dai loro genitori ci rassicurano: un mondo migliore e più sicuro, anche a casa nostra, è possibile.
Vuoi portare “Gambe” nella tua città? Scrivi un'mail a info@fondazionemichelescarponi.com.
foto Milano Bike City
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