Un mese e due giorni dopo Matteo Spreafico è tornato a pedalare sulla sua bici. Il figlio d'arte (papà Maurizio ha corso tra i professionisti dal 1987 al 1989 nelle squadre di Ivano Fanini, ndr), caduto nel corso della prima tappa della Vuelta a Burgos, ieri è finalmente rimontato in sella alla sua Bottecchia e ha riassaporato il piacere di pedalare su strada.
«Il 13 agosto nel finale della frazione d'apertura della Vuelta Burgos sono finito a terra. Un avversario è scivolato e mi ha urtato, non ho proprio potuto evitarlo. Ho picchiato il dorso della mano destra sull’asfalto. Conclusa la tappa pensavo solo di dover mettere dei punti invece… avevo rotto i tendini di due dita e per saldarli c’è stato bisogno di un intervento. Sono tornato a casa dalla Spagna con il gesso e solo dopo 5 giorni ho potuto toglierlo e iniziare la riabilitazione. Anche con il tutore, mi sono sempre tenuto in attività pedalando sui rulli, andando in palestra, camminando. Settimana scorsa, avendo la mano ancora molto gonfia, ho tirato fuori la mtb dal garage per pedalare su strada e sentire meno dolore, ieri è arrivata l’ora della prima uscita con la bici da strada» racconta il 26enne brianzolo.
«Questo periodo di inattività è stato duro soprattutto a livello mentale. Mi ero preparato bene per la seconda parte di stagione, ero stato in altura a Livigno, non ho potuto dimostrarlo. Mi dispiace molto non aver disputato le corse in Europa, soprattutto quelle vicino casa dei giorni scorsi. Avrei voluto disputare il Lombardia, ma per com’è la mia condizione in questo momento è impensabile. Peccato, è andata così».
Matteo tornerà in gara con la Androni Sidermec il mese prossimo in Cina. La squadra ha deciso di schierarmi al via del Tour of Taihu Lake e ad Hainan, parto il 5 ottobre, la prima corsa scatta l’8 ottobre. Non volevamo finire la stagione così… Piano piano dovrò recuperare un po’ di fondo, le gare che mi aspettano non sono troppo impegnative, ma sono importanti per avvicinarsi al prossimo anno con testa e gambe al meglio. Prima di riattaccare il numero alla schiena permettetemi di cogliere l’occasione per ringraziare pubblicamente compagni e amici che mi sono stati vicino, facendomi sentire il loro supporto».
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