L'ORA DEL PASTO. SONO SEMPRE I GIORNI DI COPPI

LIBRI | 09/08/2019 | 07:46
di Marco Pastonesi

 


Quasi cento anni dalla nascita: 15 settembre 1919. E quasi sessanta dalla morte: 2 gennaio 1960. Sono sempre i giorni di Fausto Coppi: il mito, la leggenda, la storia, le storie, la sua terra, il suo mondo.


“Serse Coppi, l’angelo gregario” di Lucio Rizzica (Infinito edizioni, 228 pagine, 14 euro). Serse e il suo senso della leggerezza. Serse e la sua fuga dal collegio di Biagio Cavanna. Serse e le sue corse in fondo al gruppo. Serse e la sua vittoria a pari merito nella Parigi-Roubaix del 1949. Serse e la sua intesa con Bruna, la prima moglie di Fausto. Serse e la sua caduta fatale al Giro del Piemonte 1951. La vita, la morte e le rare vittorie di Serse Coppi, il fratello minore di Fausto, così diverso e forse proprio per questo così importante per l’equilibrio (soprattutto per l’allegria) del Campionissimo. Rizzica ripercorre il Coppi corridore meno conosciuto ed esplorato, con la cura di Luciana Rota, la prefazione di Felice Gimondi, l’introduzione di Riccardo Magrini e la postfazione di Marco Carrea.

“Fausto e Costante” di Luca Lovelli (Edizioni Epoké, 180 pagine, 16 euro). I due Campionissimi nelle parole di chi li ha amati, vissuti e raccontati. Lovelli intervista famigliari (Carlo, Costantino e Costanza Girardengo, Michela Moretti pronipote del “Gira”, Marina e Faustino Coppi), sportivi (gli ex corridori Davide Cassani, Giovanni Meazzo e Francesco Moser, e gli ex presidenti federali Gian Carlo Ceruti e Agostino Omini) e giornalisti (Marino Bartoletti, Pier Bergonzi, Giovanni Bruno, Beppe Conti, Alessandra De Stefano, Emanuele Dotto, Claudio Gregori, Gianni Mura, Marco Pastonesi, Luca Ubaldeschi, Giorgio e Paolo Viberti, nonché Riccardo Magrini nel duplice ruolo di ex corridore e attuale opinionista tv), più la prefazione di Stefano Pivato. Venticinque punti di vista, tra pubblico e privato, tra passione e professione, tra viaggi e ricordi.

“Vigorelli e altre storie” di Angelo De Lorenzi (Youcanprint, 204 pagine, 15 euro). Era la Scala del ciclismo, era la pista magica, era l’anello d’oro. Coppi vi firmò il record dell’ora il 7 novembre 1942, un’impresa improvvisata, in un’atmosfera resa drammatica dai bombardamenti. Coppi vi disputò riunioni e campionati, gli arrivi finali del Giro d’Italia e quelli del Giro di Lombardia. Ovviamente c’è molto altro, dalla costruzione (con listelli di pino di Svezia) alla inaugurazione (con la vittoria di Albert Richter, il tedesco “a otto cilindri” che osò sfidare il nazismo), dal primato di Giuseppe Olmo a quello di Francesco Moser, dai trionfi di Antonio Maspes alle apparizioni di Eddy Merckx, attraverso i grandi match di boxe e il concerto dei Beatles. Un’opera preziosa, eppure autoprodotta.

 

 

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