Coppa d’Africa su pista. Tre giorni, dal 26 al 28 luglio, al Velodrome di Abuja, in Nigeria. Il medagliere: prima la Nigeria, con 20 ori, 17 argenti e 12 bronzi; secondo l’Egitto, con nove ori, sei argenti e sei bronzi; terzo il Marocco, con quattro ori e tre argenti; poi il Burkina Faso, con tre argenti e cinque bronzi, e gli altri sei Paesi partecipanti (Burundi, Ghana, Guinea Conakry, Liberia, Costa d’Avorio e Benin). Ma anche qui, all’Equatore, si respira un po’ di ciclismo italiano. Perché a capo della Federciclo nigeriana c’è Giandomenico Massari, 64 anni, da 27 in Nigeria e da 10 con la doppia cittadinanza, ingegnere marino, abiti neri e cappello nero, viene da Ancona.
Massari lavora a questo progetto da una quindicina di anni: “In un supermercato trovai due biciclette, una era da corsa, ma di vecchio tipo, con il cambio al telaio, l’altra una mountain bike. Fu una folgorazione. In Nigeria il ciclismo sembrava morto. Si organizzò un primo allenamento con una squadra locale, e da quel giorno è stato tutto un moltiplicare le forze, le bici, i corridori e le corse”. Il gioiello è proprio il velodromo di Abuja, la capitale della Nigeria: “E’ stato costruito nel 2002 in sei mesi. La pista è lunga 250 metri, l’inclinazione arriva a 42 gradi. Per anni ha funzionato anche come magazzino… Adesso, quando non è dedicato al ciclismo, ospita anche incontri, convegni, concerti, manifestazioni religiose”. I problemi, com’è facile immaginare, sono innanzitutto economici: “Abbiamo bisogno di tutto. Ci stiamo attrezzando, ma lentamente. A cominciare dalle biciclette: adesso siamo a quota 40, si tratta di modelli all’avanguardia, fra quelli acquistati in Italia, Francia e Algeria. E’ però indispensabile trovare gli sponsor per sostenere la nostra attività”.
Come testimoni all’Africa Cup, Massari si è rivolto a tre azzurri: Giorgia Bronzini, Roberto Chiappa e Andrea Tonti. “Il ciclismo italiano ha storia e fascino. Vogliamo trasmettere la bellezza della bici, lo spettacolo del ciclismo, ma anche il piacere del pedalare, la gioia del gareggiare. E poi dare un obiettivo, regalare un sogno. La base dei corridori si sta allargando, il numero dei nazionali sta aumentando, e aumentano anche le competizioni internazionali cui partecipiamo”.
Massari è entusiasta e ottimista. La bici dà sempre speranza.
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