Richard CARAPAZ. 10. L’ecuadoriano ci prende gusto e dopo Montevergine ’18 si ripete a Frascati. Sarà ispirato da Marco Pantani, del quale il 26enne corridore della Movistar è super tifoso da sempre, ma è altresì chiaro che il nostro Paese gli porta un gran bene. Non sbaglia nulla: fa quello che deve fare. Il problema è che glielo lasciano fare.
Caleb EWAN. 9. Primo numero: resta con i migliori. Secondo numero: fa una grandissima volata e per poco non si porta a casa il premio più prezioso. Arriva secondo, ma in certe circostanze sono davvero dettagli.
Diego ULISSI. 5. È lì, pronto a partire, ma non parte. Guarda andare via Carapaz, poi guarda Roglic come a volere che la maglia rosa si muova per lui. Ha il gambone, si vede anche dal rapportone che tira, ma oggi si fa prendere dalla sindrome del braccino.
Pascal ACKERMANN. 8. L’uomo delle volate vola anche su strade che non sono proprio agevoli per un velocista. Grande numero.
Primoz ROGLIC. 8. È chiaro che devi anche avere la buona stella, ma devi saperla vedere e seguire. Lui è lì davanti, dalla parte giusta, poi fa tutto bene, compreso la scelta di non tentare nemmeno la volata: lucido e intelligente come pochi. Ha gambe e zucca da vendere.
Valerio CONTI. 8. Fa un lavoro spaziale per la causa di Diego Ulissi. Pedala come un ossesso, senza ossessioni.
Salvatore PUCCIO: 4. È chiaro che non è il caso di farla troppo grossa o fargli il processo, ma a 6 km dal traguardo commette davvero un grave errore. Punto. Il resto sono certo glielo diranno Dumoulin, Nibali e compagnia.
Marco FRAPPORTI. 8. Il ragazzo di Gianni Savio accarezza il sogno della maglia rosa. Il 34enne corridore bresciano la sfiora in maniera virtuale, per qualche chilometro, visto che il distacco da Roglic è di 6’19”. Poi però in maniera molto concreta va avanti, senza tentennamenti. Da buon geometra prende le misure, e tira dritto fin che può.
Mirco MAESTRI. 8. Paperino pedala con frequenza e convinzione. Dà battaglia come è solito fare, come suo costume: non quello di Paperino, ma di Maestri.
Damiano CIMA. 8. La Nippo Vini Fantini va di fretta anche oggi. Damiano non si risparmia, onorando la tappa da Cima a fondo.
Il VAR. 2. Non ho mai avuto problemi a cogliere il futuro, ad accettarlo e con tuttobiciweb a cavalcarlo. Amo la contemporaneità e il futuro, quindi ben venga la tecnologia a supporto del nostro sport. Ma come ho già avuto modo di dire, trovo eccessiva l’intrusione del Var. La considero eccessivamente invasiva. Non ci sono dubbi che Viviani a Orbetello abbia fatto un cambio di direzione, così come è lì davanti agli occhi il danno subito dal bravissimo e funambolico Matteo Moschetti, che ha evitato di finire per le terre. Detto questo, mi piace che la tecnologia venga a supporto di chi subisce il danno, ma vorrei che fosse la parte offesa a chiedere giustizia. Non mi piace che “motu proprio” il Var intervenga in maniera così invasiva. È chiaro che la giuria ha applicato in maniera inappellabile il regolamento. Posso dire che questo regolamento mi sta sugli zebedei o devo rimuovere dalla mia scatola cranica anche il cervello?