Che sia un navigato lupo di mare, abituato ad affrontare qualsiasi tipo di tempesta è risaputo. Ernesto Colnago naviga nei mari del mondo da più di sessant’anni con la leggerezza e la curiosità di un ragazzino, e si appresta a festeggiare i suoi primi 87 anni all’Old Royal Naval College di Londra, edificato a Greenwich, sulla sponda sud del Tamigi.
Il Royal Naval è uno dei luoghi più esclusivi e affascinanti della City (è stato ripreso in più di un film, da “Quattro matrimoni e un funerale” a “Skyfall” e “Thor”, per arrivare a “The Dark World”, ndr). Progettato dall'architetto Christopher Wren nel 1694 con la funzione di ospedale reale e casa di sostegno e riposo per i marinai e i loro familiari, nel 1873 la struttura è stata trasformata in accademia navale per la formazione e l'addestramento di ufficiali e capitani appartenenti alla Marina Militare Britannica.
Quando l'ospedale chiuse, nel 1869, la Royal Navy lo trasformò nel College che ha continuato la sua attività fino al 1998. Da allora gli edifici del collegio sono stati suddivisi in più parti, adibite ai più disparati usi. Il “Trinity College of Music”, ad esempio, sorge proprio all'interno di questo grandioso e monumentale complesso neoclassico. E sempre da qui, cullati dalle placide acque del Tamigi, si possono scorgere la Queen's House e l'Osservatorio reale.
In questo palazzo di struggente e infinita bellezza, composto da quattro edifici simmetrici, ognuno dedicato a un sovrano, Ernesto Colnago è stato celebrato dal mondo del ciclismo come un sovrano illuminato e visionario. Un compleanno reale, per uno dei maestri del “made in Italy”, che questa sera la città della bike-economy ha voluto salutare ed onorare come si conviene ad un autentico sovrano. «Ma io resto e sono solo un artigiano – dice lui con quegli occhietti vispi e attenti, pronti a catturare tutto e tutti -. Mi chiedono: ma perché sei venuto fin qui a Londra per festeggiare il tuo compleanno? Perché io nonostante sappia parlare solo il brianzolo, il mondo l’ho sempre girato: in lungo e in largo. Da Est a Ovest, da Nord a Sud. La lingua mi sarebbe servita, ma sarebbe stato peggio se non avessi avuto manualità e idee. Ognuno di noi è chiamato a dare il meglio di quello che è con quello che di meglio ha. Io sono uno che ha sempre fatto le biciclette, e questa sera sono felice di essere al fianco di mio nipote Alessandro e di tanti amici italiani (Beppe Saronni, Filippo Pozzato e altri) e non che hanno avuto la delicatezza e la sensibilità di onorarmi con la loro presenza per il desiderio di fare un brindisi con me».
Il Royal Navy sorge sul sito dell'antico Greenwich Palace, di epoca Tudor (vi nacquero Enrico VIII ed Elisabetta I). Ed è qui che Ernesto ed Alessandro Colnago hanno deciso di presentare al mondo un gioiello di tecnologia. Un pezzo unico, che non è solo un modo di dire. Un unico esemplare di bicicletta, che questa sera ha illuminato i saloni della Old Royal Naval.
“Colnago 87” è frutto dell’esperienza di una vita di lavoro e di una manualità e una cura dei dettagli che non ha eguali al mondo. Si ispira alla Mexico oro donata da Ernesto Colnago a Papa Giovanni Paolo II nel 1979. Una bicicletta preziosa nata per soddisfare le richieste dei palati più esigenti. Di quegli appassionati che vogliono pedalare sia su oggetti tecnologicamente all’avanguardia, ma che siano in modo particolare simbolo identitario di esclusività (il valore di questa bicicletta supera i 50 mila €, ndr), e questa lo è a tutto tondo.
Le tubazioni sono in acciaio con congiunzioni elaborate, in stile arabescato, un capolavoro di manodopera. Ancora oggi, a più di trent’anni da quando furono presentate per la prima volta, rappresentano un simbolo di stile che negli anni si è fatta cifra distintiva. La forma stellare del mitico Master, la lega speciale con cui sono realizzate e la laminazione in oro 24 carati ne fanno un gioiello di assoluto valore.
L’insieme di questi elementi, unitamente al sapiente lavoro manuale di assemblaggio del telaio, fa di questa “opera omnia” un prodotto inarrivabile sia dal punto di vista tecnico che estetico, tanto da trasformare la bicicletta da oggetto a gioiello.
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