Avete presente quando un calciatore non festeggia un goal messo in porta alla sua ex squadra? Ecco, Fernando Gaviria in Argentina sta facendo lo stesso, per rispetto ai suoi ex compagni della Deceuninck Quick Step. Il colombiano della UAE Team Emirates ha avuto questa particolare attenzione nei confronti dei suoi ex compagni quando si è imposto nella prima e quarta tappa della Vuelta a San Juan: non ha alzato le braccia al cielo.
Alle sue spalle il connazionale Alvaro Hodeg ha chiuso 5° a Pocito e 3° ieri a Villa San Agustin, per il legame che ancora lo lega a lui e ad amici come Max Richeze non ha esultato come ci si sarebbe aspettati. «Ho cambiato team e sono felicissimo di essere già andato a segno con la nuova maglia, ma resto legato al gruppo con cui ho condiviso tante esperienze. Non è una questione di appartenenza ad un team ma di rispetto verso colleghi grazie ai quali ho raggiunto traguardi importanti» ci spiega nel giorno di riposo della corsa argentina.
Il giorno che batterà il campione d'Italia Elia Viviani esulterà? «Stimo Elia, siamo avversari dai tempi della pista e ci ritroveremo a correre contro in tante occasioni quest'anno, dall'UAE Tour alla Milano-Sanremo. Anche se abbiamo militato un anno nella stessa squadra non abbiamo praticamente mai corso insieme, a lui non sono legato come a Max, che è stato il mio ultimo uomo e vorrei tanto avere ancora al mio fanco, Alvaro, Julian e Iljo, non è un segreto. Li sento ancora come componenti della mia famiglia quindi in questa corsa non festeggerò. Quando invece precederò Elia o chiunque altro allo sprint alzerò le braccia. Dalla prossima corsa, eccome se lo farò».
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