Chi è alla ricerca di crepe nel perfetto meccanismo del Team Sky rischia di restare deluso. Geraint Thomas si gode la maglia gialla ma giura una volta di più fedeltà al suo capitano: «È chiaro che Froomey rimane il nostro leader. Ha vinto sei grandi giri, mentre questo per me è un terreno sconosciuto. Per me, questo Tour sarà un successo comunque finirà. È stato bellissimo vincere la tappa e conquistare la maglia di leader: sono molto contento e ovviamente voglio rimanere in giallo il più a lungo possibile, ma il nostro obiettivo è quello di vincere il Tour e con Froomey abbiamo più possibilità».
L’impressione è che Sky stia sfruttando nel modo migliore la possibilità che si è creata all’inizio del Tour, con il ritardo accumulato da Froome: Thomas sta davvero facendo le prove generali per capire se può vincere un grande Giro e intanto assolve ad obblighi come premiazioni e conferenze stampa, consentendo a Froome di avere più tempo per recuperare e di rimandare l’inevitabile confronto con i media.
Di certo c’è una manifestazione di forza del team britannico ancora più netta che in passato: basta pensare a quel che ha fatto ieri Bernal, il “giovin studente” del team, che non è riuscito a dare il suo contributo quanto a metri percorsi in testa ma alla fine ha chiuso al 14esimo posto di giornata a meno di due minuti dal vincitore. È solo un esempio, ma spiega bene che la dittatura è destinata a continuare.
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