Chris Froome arriva in Francia e si misura subito con la prima conferenza stampa: «Sono stati nove mesi spossanti per me, per la mia famiglia e i miei compagni. Ora finalmente tutto è chiarito, tutti possono capire perché ho continuato a correre. È stata dura andare avanti, anche se sapevo di non aver fatto nulla di male. Sono contento di non avere più questo peso sulle spalle».
Accanto a lui Dave Brailsford aggiunge: «È stata una situazione difficile da affrontare, la peggiore delle circostanze, abbiamo dovuto gestire fatti che ledevano la dignità del corridore. Ma Chris è sempre rimasto fiducioso, non ha mai dubitato di vedere riconosciuta la sua ragione. A decidere, lo ricordo, non siamo stati noi ma la Wada e l’Uci, e ricordo anche che tutto avrebbe dovuto restare a livello privato, ma ormai questa è acqua passata. In questo anno è cambiato lui, siamo cambiati noi».
Sollecitato dalle domande, Chris Froome parla dei tifosi e dell’accoglienza che lo attende: «Al Giro, quando la questione non era ancora risolta, tutto è andato bene. Se dovessi dare un consiglio alla gente, anche a coloro che non amano la nostra squadra, direi di venire a vedere la corsa e a tifare i loro campioni, magari indossando le loro maglie. Non venite sulla strada con uno spirito negativo. Io amo la Francia, amo questa corsa che è la più bella e grande del mondo».
E sulla corsa che lo attende il britannico aggiunge: «La prima parte è esplosiva, proprio come lo sono le classiche. La seconda invece sarà montagnosa, ci saranno le Alpi e i Pirenei e tutto potrà essere ribaltato in un sol giorno. Sarà la sfida più dura della mia carriera, fare quattro Grandi Giri di seguito vuol dire entrare in un territorio sconosciuto. Ma accanto a me ho la fortuna di avere grandi compagni e un grande team».
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.