Convegno Fci: juniores, privilegiare divertimento e formazione
| 03/02/2008 | 00:00 Si è svolto ieri presso il Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme il Convegno organizzato dal Centro Studi della Federazione Ciclistica Italiana dedicato all'analisi, alla contestualizzazione e alla complessità della realtà della categoria juniores, anima dell'attività sportiva. Il momento di incontro è avvenuto insieme a dirigenti delle società, direttori sportivi, atleti ed ex atleti ed esponenti federali per discutere delle prospettive future della categoria dei giovani.
L'introduzione del Presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco è stato il prologo all¹inizio della giornata intensa di lavoro: «Vedere una platea così numerosa ci spinge a pensare che la categoria juniores sta a cuore a tutti quanti e ci porta sempre di più alla convinzione che condividere insieme l'attuazione di nuove regole per migliorarsi e per risolvere alcune problematiche è del tutto costruttivo. Un grazie particolare conclude il Presidente - al Centro Studi ed al Comune di Salsomaggiore Terme che ci ha ospitato e che sempre di più sta diventando l¹icona della città della salute a due ruote».
Anche Vincenzo Scotti, Presidente del Centro Studi della Federciclismo, ha sottolineato l¹importanza dell'incontro: «Analizzare l'attività della categoria juniores vuol dire prendere in esame aspetti economici, sociali, educativi, formativi e medici per una panoramica che risponde alla realtà. Il nostro obiettivo dice è quello di consegnare al Consiglio Federale, non solo una base dei problemi da affrontare ma indicare, senza nessuna presunzione, qualche strada percorribile per un cambiamento graduale guardando sempre avanti».
Nella mattinata sono state esponste significative relazioni dagli esperti referenti del Centro Studi. Il via è stato dato dal professor Sergio Cherubini che ha contestualizzato l'attività juniores indicando come il numero dei tesserati, in particolare i giovanissimi e gli amatori, a partire dal 2006, sia in aumento: «C'è una tendenza positiva dal 2006 di tesserati in Federazione, anche se sono circa un milione e duecentomila le persone che praticano il ciclismo, in realtà continua di questi solo una piccola parte è iscritta alla Federciclo. Consideriamo però che il ciclismo è il quinto sport in una graduatoria dei preferiti, quindi abbiamo ampi spazi su cui lavorare per poter richiamare eventuali tesserati. Il ciclismo ha infatti grandi potenzialità, non ha limiti di età ed è uno sport che rispetta l'ambiente. Possiamo cioè dare un occhio di riguardo all'organizzazione di eventi mirati per i giovani, dando però la giusta importanza alle competizioni ed ai risultati agonistici».
Il Professor Aldo Smolizza, esperto di tematiche di gruppo, dopo aver preso in esame e confrontato dirigenti e direttori sportivi di quattro regioni (Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna) che sommate insieme hanno un numero di juniores tesserati pari al 53% degli juniores di tutta Italia, ha commentato così il suo studio: «Negli ultimi cinque anni si è registrato un calo del numero degli juniores dell¹attività e delle società affiliate in particolare tra gli uomini delle categorie esordienti, allievi, juniores, under 23 ed elite».
Continua a diminuire quindi il vivaio givanile: «Ormai dice il Professore - l¹unico obiettivo delle società che gestiscono la categoria juniores è il conseguimento del risultato e così facendo sembra che lo junior viva questa fase non come un momento di passaggio al professionismo ma come un vero e proprio momento di arrivo. Non c'è da stupirsi quindi se assistiamo a corridori pluri-campioni di questa categoria che dopo la loro stagione vittoriosa se ne perdono completamente le tracce».
Per far fronte a tale situazione il Professor Smolizza indica due strade percorribili: «Dare maggiore attenzione ai vivai di giovani preservando l¹aspetto ludico dello sport e affiancando una formazione scolastica completa per il conseguimento del diploma oltre a distribuire nuovamente il patrimonio atletico tra le società juniores attaverso l'introduzione di un limite massimo di corridori tesserati per squadra oltre alla proposta di prolungare fino a tre anni (dai 17 ai 19) la durata del periodo juniores».
L'intervento del professor Gianfranco Piantoni ha sottolineato come la vera formazione sia la capacità di garantire ai giovani più alternative per il futuro attraverso la formazione scolastica. Mentre, la relazione del Professor Marcello Faina ha posto l¹accento sulla formazione atletica, dal punto di vista medico, dello junior: «Non commettiamo l¹errore di pensare che un atleta juniores abbia sviluppato completamente le sue attitudini di forza, potenza e capacità aerobica. Ciò che occorre a livello di allenamento per aumentare la prestazione ad uno junior è differente dalle altre categorie».
Di confronto con la realtà del ciclismo sono state le relazioni di Francesco Uguagliati (Fidal) che ha riportato la sua esperienza nel settore giovanile dell'atletica leggera: «Grazie ad un settore tecnico centrale abbiamo portato l'attività tecnica nelle periferie attraverso il Progetto talento che permette ad alcuni giovani selezionati di sviluppare le loro doti atletiche accompagnati in questo cammino dalla Federazione»; e di Anna Maria Marasi che ha posto l'accento sul settore juniores all'interno della Fipav.
Un contributo significativo è stato dato dall'intervento di Daniele Banfi, rettore del Collegio San Carlo di Milano che ha investito sulla realizzazione di un centro sportivo nel cuore della metropoli e che vanta oggi il passaggio di circa seimila persone, tra esterni ed interni alla scuola: «Abbiamo investito per un complesso polisportivo, in particolare nella fascia dei più piccoli, realizzando sempre eventi alla portata di tutti. Abbiamo scelto una cultura sportiva aperta alla realtà attuale».
Roberto Damiani ha tracciato la sua esperienza attraverso l'esposizione del Progetto Mapei, di durata triennale, dal 2000 al 2002, che ha inglobato 14 giovani atleti selezionati: «Con questo progetto non si era alla ricerca del risultato nelle corse ma si voleva fare un'esperienza che accompagnasse le necessità dei giovani in una fase delicata del loro sviluppo».
La sessione pomeridiana, che ha visto la presenza dell'Assessore allo Sport della Provincia di Parma Emanuele Conte, si è aperta con l'intervento di Giorgio Neri sul protocollo d'intesa che vede in prima linea la Federazione Ciclistica Italiana e la provincia di Parma nella promozione della bici come strumento di scoperta, di salute e di benessere; è stata caratterizzata dalla tavola rotonda a cui hanno partecipato Gianni Bugno, il due volte Campione del Mondo e Franco Ballerini, riportando le loro personali esperienze: «Alla categoria juniores i tecnici migliori perché gli atleti vivono una fase di crescita delicata dove è necessario imparare e gestire al meglio il proprio tempo conciliando lo studio agli allenamenti commenta Ballerini. Così Gianni Bugno: «La categoria juniores deve essere salvaguardata. Con loro non bisogna pensare subito al risultato e alla vittoria; bisogna accompagnarli nella crescita».
Durante la tavola rotonda, presenti anche Roberto Damiani, Vincenzo Scotti, Direttore del Centro Studi, Omar Beltram, psicologo e Aldo Smolizza sono emersi temi per gestire al meglio il futuro della categoria come l'importanza dello scuola ed il rispetto delle tempistiche scolastiche oltre alla necessità del confronto con altre realtà internazionali per uno sviluppo più completo dell'individuo, nell¹ottica che la competizione internazionale non deve essere un punto di arrivo ma un percorso verso le categorie successive.
L'avvocato Barbara Baratto, Referente del Centro Studi per la Federciclismo ha così commentato: «L'etica e lo sport nella società moderna costituiscono un dono inscindibile. Lo sport è l¹occasione preziosa per veicolare valori apparentemente meno tangibili ma più profondi. Per realizzare questo processo di formazione dice dobbiamo ancor di più essere uniti ed impegnati».
La conclusione della giornata di lavori al Presidente del Centro Studi: «Oggi ci siamo arricchiti. ȹ importante il dialogo ed il confronto anche con chi ha pareri diversi dai nostri. Vi invito a raccogliere tutti i dati emersi oggi per una riflessione comune, per poter capire quale sia la realtà che ci circonda e che è in continuo cambiamento, così da ricercare delle soluzioni. Per i nostri giovani dobbiamo però privilegiare l'aspetto ludico dell'attività sportiva e dare importanza alla formazione scolastica, basilare per il loro futuro».
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