A Castrovillari (Cs) si è celebrata, come ogni mattina, la centesima edizione del Giro d'Italia e anche un altro traguardo importante come la decima edizione seguita, anzi 'raccontata', dal collega Pasquale Golia del Il Quotidiano del Sud. È l'unico cronista calabrese ad aver raggiunto questo numero tondo.
Golia è stato premiato sul palco del podio firma insieme alla collega Veronica Yelèna Iannicelli (al quinto Giro) da Mauro Vegni, il direttore della corsa rosa.
Qual è il primo ricordo della tua prima partecipazione? E il momento più emozionante?
«Ho iniziato a Catanzaro Lido nel 2008, vinse un allora sconosciuto: Mark Cavendish e ricordo il profumo, o odore, dei freni subito dopo l’arrivo, le facce affaticate dei corridori che in tv non si notano. Sicuramente il momento più emozionante è stato nel 2013 con la vittoria di Vincenzo Nibali sotto la neve alle Tre Cime di Lavaredo. Ma anche il passaggio, sempre nel 2013 sulle mia strade lungo l’alto Jonio dopo anni che non veniva attraversato. Ogni Giro è stato speciale, come questa famiglia».
Qual è il campione che ti porti nel cuore?
«Tanti, da Contador, a Nibali e Michele Scarponi ma il mio preferito è sicuramente Ivan Basso per quello che ha fatto nel 2010. Ha ammesso di aver sbagliato, è tornato al Giro e con umiltà lo ha vinto da grande campione. Un esempio ed una persona dalle grandi qualità umane. Nel mio cuore porto anche Wouter Weylandt, la sua morte ha sconvolto tutti ma ci ha anche insegnato tanto».
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