di Giorgia Monguzzi
È la più giovane tra le vincitrici dell’Oscar 2020, ma Asia Sgaravato, 14 anni, al secondo anno tra le esordienti, ha dimostrato che correre in bicicletta non solo le piace, ma va anche molto forte. Per la portacolori del Asd Cycling Team Petrucci Ekoi l’inizio stagione di stagione è stato complesso ma poi sono arrivate tre splendide vittore proprio nelle ultime tre gare e la conquista del campionato veneto. «Ad un certo punto avevo perso la voglia di correre, tutto quel tempo senza potersi allenare all’aperto è stato tremendo, volevo mollare. Ma appena abbiamo ricominciato a correre ho capito che non avrei potuto più restare senza bici».
In famiglia si respira aria di ciclismo, suo padre, suo zio e suo nonno correvano in bicicletta, ma il suo incontro con le due ruote è arrivato per caso: «Volevo prendere un cane, così per convincere mio padre gli ho detto che avrei corso in bici. Ho iniziato nella categoria G5 un po’ per scherzo, poi però mi è piaciuto sul serio» e così insieme all’equitazione, disciplina che pratica fin dall’età di 9 anni, ha incominciato a pedalare.
Asia è un’atleta completa, forte a cronometro, ma soprattutto nello sprint. Ama la velocità e la forza che ci si mette quando è in una volata, le piace la strada, ma è affascinata dalla pista dove si è fatta conoscere conquistando il tricolore nella velocità. In pista pedala da soli due anni, ma già ne è innamorata: una scuola di vita e di ciclismo che insegna a guidare la bici e a non aver paura di buttarsi nella mischia, perché si sa, senza freni non puoi più tirarti indietro.
Ciò che colpisce maggiormente di Asia è però il suo modo di vivere la bicicletta, per lei è una valvola di sfogo, soprattutto durante gli allenamenti, per pensare a se stessa. Ogni corsa è l’occasione di creare un gruppo, tessere legami con ragazze che, come lei, amano correre.
«Penso che una delle cose più belle di questo sport sia il legame speciale che ci tiene unite, siamo avversarie, ma soprattutto amiche: durante il penultimo giro del campionato veneto sono rimasta indietro a causa di un problema meccanico, le mie compagne mi hanno aspettato e ci siamo gettate all’attacco. Sulla strada abbiamo trovato ragazze di altre squadre che cercavano di recuperare, eravamo avversarie ma insieme abbiamo collaborato come se fossimo una squadra sola per riuscire a rientrare, è stato bellissimo, è quello che mi piace del ciclismo».
L’anno prossimo il salto tra le allieve sembra preoccupare Asia: «Ci sarà da faticare perché troverò ragazze veramente forti. So che dovrò migliorare in salita che è il mio grande punto debole e spero di diventare ancora più forte negli sprint e in pista, ma questo Oscar non può che spronarmi a fare meglio».